Italiano: a volte si fatica a crederlo, ma la lingua “dove l’sì suona”, per dirla con Dante, é la quarta più studiata al mondo. La ricerca, evidenzia come, consultando un numero considerevole di università internazionali, lo studio della lingua italiana si classifichi al quarto posto dietro Inglese, Francese, Spagnolo. Per chi si occupa di linguistica non era poi una notizia così inaspettata e ne hanno tratto le conclusioni per organizzare un dibattito. I linguisti si sono riuniti martedì 17 giugno a Roma per discutere di come la lingua italiana possa essere uno strumento di promozione della nazione all’estero, utilizzando su Twitter l’hastag #italianocomerisorsa.
Un evento organizzato da Icon (Italian Culture on the Net), il consorzio di 19 università italiane con sede a Pisa, che ha organizzato la prima laurea in italianistica su Internet dedicata agli stranieri. Il gruppo ha espressamente lo scopo di promuovere la cultura attraverso le tecnologie telematiche. Proprio in concomitanza con i mondiali in Brasile, é partito il progetto “Ciência sem Fronteiras” per una collaborazione (a spese interamente del governo brasiliano) con il CNR e 14 università italiane.
A dirigere ICON é Mirko Tavosanis, che lancia la sfida per gli “stati generali della lingua italiana nel mondo” con un occhio privilegiato verso le nuove forme di comunicazione. Il professore evidenzia come la letteratura italiana, così ricca di storia, sia un traino per gli studenti universitari. Non solo Dante, però, anche gli scrittori contemporanei sono molto amati: secondo alcune ricerche il più apprezzato è Umberto Eco, autore di best seller come “Il nome della rosa” e omaggiato di onorificenze provenienti da tutto il mondo, oltre Saviano e Oriana Fallaci. Gli stranieri però amano comprendere l’italiano in tutte le sue sfaccettature, dalla musica classica al cibo, per comprendere i libretti e le ricette, senza contare che anche il cinema italiano, con Fellini, De Sica e più recentemente Sorrentino, é molto apprezzato.
La richiesta di Italiano é un vettore importante per la nostra economia se si considera che anche in una fase di crisi è in espansione in molte aree del mondo emergente. Se nel 2012 si è registrata una contrazione complessiva degli studenti presso gli Istituti italiani di cultura dello 0,6%, concentrata soprattutto in Europa, la domanda resta in crescita in tutto il continente americano e in Asia, con una media di oltre il 6 per cento. Negli Stati Uniti l’iscrizione ai corsi d’italiano offerti dai privati aumenta del 15-20% all’anno.
E infine l’esempio del Brasile, dove sono stati attivati quasi quindici con corsi d’italiano di vario tipo, più di dieci con regolari corsi di laurea, almeno due con corsi di post laurea e cioè: master e dottorato.
Dopo questi numeri é chiaro come l’italiano e la cultura possano migliorare l’immagine dell’Italia, ma quell’immagine non può essere il crollo di Pompei fotografato da tutto il mondo.