CONDIVIDI

“The nice guys”, film in uscita l’1 giugno nelle sale italiane, è una commistione tra thriller e comicità.

Los Angeles, anni settanta. Holland March (uno stravagante investigatore privato) e Jackson Healy (un detective dalle maniere forti), decidono di collaborare per risolvere due diversi casi, uno riguardante una ragazza scomparsa e un altro un’attrice a luci rosse deceduta in circostanze poco chiare. Due casi che, all’apparenza, non sembrano avere legami tra loro. Nel proseguo delle indagini scoprono presto che le cose non stanno così e dietro ai due episodi si celano potenti cospirazioni criminali che arrivano a toccare le più alte sfere del potere.

Regia di Shane Black, prodotto da Joel Silver, il film vanta un cast eccezionale, dai protagonisti Russell Crowe e Ryan Gosling, a Matt Bomer e Kim Basinger. È stato presentato lo scorso 15 maggio, fuori concorso in anteprima, al Festival di Cannes.

Oggi, Blog di Cultura ha incontrato, in conferenza stampa, i due attori protagonisti, il regista e il produttore.

Vestiti casual, entrambi in jeans e t-shirt, Russell Crowe e Ryan Gosling sono sorridenti e disponibili.

Russell Crowe, parla del passato di come sia cambiato quello che gli viene offerto. “Prima ero più giovane dei registi con cui lavoravo, ora io sono più vecchio di loro. Scelgo i film da interpretare in base alle sceneggiature, se mi piacciono le accetto.”

Gli viene chiesto se continua a suonare col gruppo con cui si è esibito al Festival di Sanremo. Risponde che continua a suonare, perché ha bisogno di un hobby, e lo fa come tale, per questo non fa più spettacoli, suonando in privato.

A Ryan Gosling, invece viene subito rivolta la domanda: “Come si sente ad essere un sex symbol?”

Risponde che si sente un sex symbol e che gli piace la parola sexy.
Dopo queste prime battute per rompere il ghiaccio, si inizia a parlare del film.

Quando poi ai due si chiede se si sono ispirati ad altre coppie di bad boys per intepretare i personaggi di Holland March e Jackson Healy, Ryan Gosling risponde che è stato “il frutto del lavoro e della collaborazione con Shane Black, e che non si sono ispirati a nessuno in particolare, anche perché individualmente i due personaggi sono unici.”

Trovando Russell Crowed’accordo: “Nonostante conosciamo le
coppie storiche del cinema, non abbiamo puntato a questo ma abbiamo dato vita ai personaggi come ci sono stati descritti”.

Sembra che nel film ci sia una citazione omaggio a “L.A confidential”, uno dei più importanti film interpretati da Crowe.Russell Crowe: “Si è vero, non poteva non esserci un riferimento. E poi è stato bello lavorare di nuovo con Kim Basinger”.

Al regista vengono fatti i complimenti su come sia riuscito a rappresentare nella pellicola le donne senza cliché. Poi una domanda sulle strane relazioni tra i protagonisti e le colleghe del film.

Shane Black: “Le donne di “The nice guys” riprendono la tradizione del film noir.”
Russell Crowe: “L’equilibrio tra i due sessi si raggiunge quando c’è rispetto da entrambe le parti. Quando c’è la leadership da una parte allora c’è squilibrio.”

Viene poi chiesto ad entrambi se si cimenteranno di nuovo nella regia.

Ryan Gosling: “Si, sto preparando due film.”
Russell Crowe: “Devo dire che mi sento più a mio agio quando sono su un mio set. Voglio tornare alla regia ma dipende da cosa mi propongono. Voglio convincere Ryan a interpretare Cesare (battuta rivolta a Gosling)”.

Gli chiedono poi come si siano sentiti a interpretare ruoli leggeri, siete stati in difficoltà?
Russell Crowe: “Vi posso garantire che è lo stesso impegno, lo stesso sforzo. Ryan, sul set, è serio e concentrato. Ci siamo scambiati pareri, e il regista ci ha dato molta libertà”.

Tra i loro prossimi progetti ci sono remake e sequel, si sottolinea quanto sia difficile oggi trovare una sceneggiatura originale a Hollywood.

Ryan Gosling risponde: “Dipende come vengono fatti i sequel. Per esempio mi piace fare Blade Runner. Da ragazzino mi piacevano i sequel, come le serie tv, servono a seguire fino in fondo la storia e il personaggio.”

Russell Crowe replica: “I caratteri, già visti, ma rivisitati secondo l’uso creativo non si possono considerare remake.” E continua parlando della comicità del film. “Siamo riusciti a mettere l’elemento comico anche nel dramma. Lo strumento comico è elemento disarmante più suscettibile all’emozione del pubblico. E mi è piaciuto lavorare con Ryan per costruire questo elemento.”

Conclude il regista dicendo che “è un grave errore limitarsi a un unico modo di affrontare i film“.

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

dodici − 10 =