Ormai da parecchi mesi, qualsiasi mezzo mediatico ritaglia uno spazio sempre maggiore per parlare di un problema che sta assumendo una dimensione sempre più critica. Ci riferiamo al terrorismo di matrice islamica. Da quasi più di un anno, dagli avvenimenti del Bataclan ai fatti di Bruxelles, per andare ancora più indietro toccando Charlie Hebdo, veniamo bombardati di notizie che hanno come tema vicende davvero preoccupanti: l’ISIS, il califfato, il terrorismo, i pazzi kamikaze e via di seguito. Fantasmi che minacciano la stabilità europea, quella pace che l’Europa, dopo due guerre mondiali, cerca di mantenere salda, col garantire una stabilità e nuovi ideali alle generazioni future.
Quando si parla di terrorismo, i più razionali vanno alla ricerca di una spiegazione sul perché di tale gesto, e il più delle volte si arriva ad incolpare o gli stessi terroristi o i vari governi europei per aver permesso questo, creando, alla fine, una confusione tale che si riversa tramite i mezzi di comunicazione. Tuttavia, chi merita senza dubbio un’attenzione particolare nell’aver affrontato una tematica così delicata è la scrittrice italiana Oriana Fallaci .
Al di là del successo che ebbe con la vendita stratosferica di libri a seguito degli attentati di Parigi del novembre scorso, la scrittrice toscana, infatti, fu una delle prime ad aver avuto il coraggio di rompere quel silenzio dinanzi alle vicende terroristiche. E il frutto di questa rottura è stata la pubblicazione del libro La Rabbia e l’Orgoglio, avvenuta nel 2001.
Se i telegiornali, oggi, parlano di Isis, di Parigi e di Bruxelles, Oriana Fallaci parla invece di Al Qaeda e dell’11 settembre 2001, quella data che ha segnato le vite di tutti noi con il famoso attacco terroristico, cambiando per sempre gli equilibri geopolitici globali. Da quel giorno il mondo è entrato nella consapevolezza di tutto quello che ha agito in silenzio, nonostante fosse dritto davanti ai nostri occhi. Fu proprio quella data, però, ad aver ridato voce a Oriana Fallaci, che quel giorno risiedeva proprio a New York, a seguito di un auto-esilio, come ha sempre dichiarato, e dell’impegno che stava versando per stare lontano dai fatti di cronaca.
Come un leone liberato da una gabbia, La Rabbia e l’Orgoglio nasce dapprima come un semplice elenco di appunti provocatori frutto di una rabbia repressa, di quelle che violentano l’anima, la quale esplode non appena raggiunge il suo culmine. In seguito, quegli appunti sarebbero dovuti diventare un semplice articolo giornalistico di due colonne, anche perché furono scritti di getto, senza badar alla forma, cosa che Oriana odiava in quanto maniaca della sintassi. Ma in virtù di quella rabbia repressa, in quanto “vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo” , l’autrice toscana non riuscì a trattenersi scrivendo molto di più, partorendo il libro in questione.
La Fallaci, con la sua scrittura penetrante, forte come un pugno nello stomaco, ci racconta ciò che l’11 settembre 2001 ha significato per il mondo intero. La sua scrittura è ipnotica a tratti profetica, e ci mostra cosa ne pensa della situazione contemporanea, che sia condivisibile o meno, ma pur sempre arguta.
La Rabbia e l’Orgoglio è un libro pieno di emozioni personali che soffocano la realtà dei fatti. E se all’indomani della pubblicazione, l’opera ha suscitato aspre critiche, polemiche, disaccordi profondi, minacce alla stessa Oriana, rimane comunque un’opera fondamentale per ascoltare, guardare e avere in mente ciò che sta attorno a noi, nel mondo. La Fallaci , nel libro, non vuole convincere con le sue teorie o idee, ma si limita a farci prendere coscienza della situazione contemporanea, accusando sia i mali dell’Occidente che il fondamentalismo islamico, facendo risvegliare in noi argomenti senza affrontarli con paura, pudore o vigliaccheria.
[Credits: oriana-fallaci.com]