L’idea generale è quella che l’avvento tecnologico porti grandi benefici allo stile di vita, mangiandosi però lentamente tutti quei lavori che vengono e verranno sostituiti da intelligenze artificiali e strumenti automatizzati.
Le cose non stanno proprio così, certo, molti mestieri sono spariti e altri spariranno di fronte all’avvento delle macchine, la tecnologia però è anche capace di generare nuovi posti di lavoro così come richiedere nuove figure fino ad oggi inesistenti.
Nei piani di miglioramento della situazione attuale c’è quello di creare un dialogo diretto tra scuole e aziende, naturalmente l’obiettivo è quello di spingere sempre più persone verso la realtà tecnologica, vero settore in crescita e che vive addirittura una carenza di persone con una formazione adatta ai posti di lavoro che vengono offerti.
La vera chiave di volta si nasconde quindi nell’informatizzazione, nell’industria 4.0 e nella digitalizzazione. Quello che può apparire come una minaccia per il lavoro può trasformarsi rapidamente in una opportunità, basti pensare al mercato freelance, alla richiesta continua di programmatori che ci vede nelle realtà web. Il problema di fondo che il mondo del lavoro deve superare sta nell’educazione, il mondo è andato molto più veloce della realtà scolastica creando un gap che separa i giovani dal lavoro, non per mancanza di quest’ultimo ma per una totale assenza di capacità informatiche e tecniche, vero cuore del lavoro del futuro.
Il sistema scolastico sembra necessitare quindi una certa riforma, una maggiore attenzione alle tecnologie che sia in grado di preparare studenti che non si limitano a visitare i social e sfruttare smartphone e tablet, ma che vivano la tecnologia come una prospettiva di vita e lavoro, acquisendo capacità ben superiori a quelle offerte dal sistema attuale, anche in campo universitario.
Se il mondo dell’istruzione riuscirà a cogliere la sfida, forse la situazione potrà vedere un’inversione di rotta, e quegli specialisti che ogni giorno vengono assunti da ogni parte del mondo, potrebbero venire direttamente dalla nostra realtà andando a comare la piaga della disoccupazione.