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Correva l’anno 2005. Mentre sul palco dell’Ariston trionfa l’Angelo di Francesco Renga, Sanremo Giovani vede l’affermazione si una 26enne di Varese dalla voce graffiante e il look grintoso: Laura Bonometti, che il pubblico italiano conoscerà come Laura Bono. La sua Non credo nei miracoli mette tutti in fila, persino due giovani gruppi come Modà e Negramaro.

A distanza di nove anni dall’exploit che l’ha consacrata al grande pubblico, Laura Bono ha rilasciato a Blog di Cultura un’intervista esclusiva, in cui ci parla del suo nuovo singolo, Un minuto dolcissimo – on air dal 30 maggio – del nuovo album in cantiere (“ci sarà una collaborazione che avevo sempre sognato“) e di un progetto suggestivo: il ritorno a Sanremo.

-Un minuto dolcissimo, come tu stessa hai detto, è una ballata rock che sprigiona voglia di vivere. Vi sono tracce autobiografiche?

Laura: Senz’altro. D’altronde in ogni mio pezzo c’è qualcosa di autobiografico, per esperienze dirette o indirette. Mi capita anche di riflettere su come avrei affrontato io una situazione che magari è capitata ad altre persone che ho incontrato. Diventando protagonista di storie che non sono mie, di cui però mi approprio. Credo anche nel potere curativo della musica: difatti Un minuto dolcissimo è il parto di una situazione da cui sono venuta fuori. Ed è nel momento in cui realizzi di esserti lasciata alle spalle quei periodi che ti accorgi solo degli istanti che val la pena ricordare.

– Il nuovo album invece è atteso per il prossimo inverno.

Laura: Sì, e verrà anticipato da un ulteriore singolo. Credo stia venendo fuori un gran bel lavoro.

– Fuori e dentro la musica hai parlato in passato anche di tematiche sociali: dobbiamo aspettarci anche in questo progetto brani contenenti questioni di tale carattere?

Laura: Sì. Noi abbiamo a disposizione un grande mezzo che permette di arrivare ad una massa di persone, sollevando questioni magari anche sottovalutate, come la depressione: a questa malattia per esempio è ispirata una canzone contenuta nel nuovo album, Pietro torna indietro. Poi mi viene anche spontaneo parlare di elementi non legati esclusivamente all’amore in senso classico, ma anche all’amore per ciò che ci sta intorno.

– Nella tua carriera hai avuto varie collaborazioni: dall’autore Piero Cassano a Grido. Ce n’è stata una che ti è rimasta nel cuore? Ce n’è invece una che sogni di avere?

Laura: Con Grido è stata una bellissima esperienza, siamo della stessa generazione e parliamo due lingue apparentemente diverse – lui l’hip-hop, io il pop-rock – che in realtà si incontrano molto facilmente. Ho avuto anche il piacere di cantare con Claudio Baglioni al festival O’Scià, un’esperienza che stende, e che mi ha lasciato tantissimo, sia dal punto di vista emotivo che da quello musicale.
Ce n’è invece uno con cui avrei voluto collaborare e ci sono riuscita: non posso svelarne però l’identità perché lo scoprirete quando uscirà l’album in cantiere.

– Come ti sei formata musicalmente? I tuoi modelli?

Laura: Su tutti Lucio Battisti. Però sono tantissimi: dagli Aerosmith a Vasco Rossi, da De Gregori a Mozart. Ascoltavo e ascolto praticamente di tutto, mi piace spaziare. Non disdegno nemmeno l’hip-hop.

– A proposito di hip-hop: hai iniziato proprio con questo genere…

Laura: È stata un’esperienza giovanile con amici. Loro facevano musica hip-hop, io la speaker in una radio: mi hanno chiesto di provare a fare la seconda voce. Così mi sono divertita a rappare, anche se non ero esattamente una cima (ride, ndr). Cercavo però sin da allora di mixare pop e hip-hop.

– Un tuo pensiero sull’universo dei talent-show?

Laura: É un peccato che siano pochi i ragazzi che si affermano una volta usciti da lì. Il problema maggiore però è legato al fatto che il talent sia diventato quasi una necessità, in mancanza di altri spazi. Se un giovane agli esordi si presenta presso una major, gli viene risposto di provare coi talent. Non fosse stato per questi show molte voci meritevoli sarebbero rimaste sconosciute ai più. Mi auguro piuttosto che si possa tornare ad una situazione in cui i talent non siano l’unica strada.

– Guardando al futuro: Laura Bono tornerà a Sanremo?

Laura: Ci riprovo per Sanremo 2015. Ho buone sensazioni. Dopo dieci anni da Sanremo Giovani sarebbe davvero qualcosa di bello…

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