Personaggio chiave della Beat Generation, Lawrence Ferlinghetti compirà il prossimo 24 marzo 100 anni.
Festeggerà pubblicando un nuovo libro, un risultato incredibile per uno degli attori di quel movimento che ha rivoluzionato il mondo della cultura.
Ferlinghetti è l’ultimo protagonista del movimento beat vivente.
Nel frattempo ha deciso di non partecipare alle celebrazioni legate ai beat che si terranno a San Francisco spiegando: “Sono praticamente cieco. Non sarebbe divertente”.
Ferlingheti ha fatto parte della corrente rivoluzionaria della beat generation assieme ad Ginsberg, Jack Kerouac, Neil Cassady e Gregory Corso, William Borrughs a altri scrittori.
Stiamo parlando di alcuni dei nomi che più hanno influenzato il mondo della letteratura e dell’immaginario, dando vita a intere correnti, sovvertendo le meccaniche del romanzo e della poesia e generando opere come “Il Pasto Nudo”.
Ferlinghetti pubblicherà per l’occasione “Little Boy”: un romanzo autobiografico che utilizza lo stile “stream of consciousness” privo di paragrafi e punteggiatura.
All’età di 100 anni Ferlinghetti continua a sfidare le leggi della letteratura.
Una leggenda vivente che raggiunge un’età incredibile se pensiamo alla vita di eccessi e di droghe che facevano i Beat.
Oggi, la Beat generation è forse troppo poco ricordata. La carica rivoluzionaria, la capacità di influenzare fantascienza, horror e fantastico sembrano non toccare l’orecchio della critica, ormai ossessionata da una manciata di nomi che escludono tutto il resto della produzione mondiale.
Cogliamo quindi l’occasione per celebrare un movimento che, in particolar modo grazie a William Burroughs, è riuscito a rivoluzionare davvero il modo in cui concepiamo un libro e una storia, dando inizio a una macchina della paranoia e della follia che non può non essere vista nelle opere più visionarie dei giorni nostri.
Senza i Beat forse, le cose sarebbero molto differenti da quello che sono in questa epoca di scarsa creatività, dove si orbita intorno agli idoli con il solo obiettivo di imitarli, non di distruggerli.