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De gustibus non disputandum est, chiaro ma, che possa piacere o meno, Christian De Sica – ardore e grinta tutte romane dal 1951 – ha dimostrato in 40 anni di carriera di saper brillare di luce propria, prescindendo dunque dal mito paterno.

Un principio da cantante (anche a Sanremo nel ’73) e showman (Bambole, non c’è una lira, in tv), ma è nella prima metà degli anni ’80 che De Sica (allora ancora il figlio di Vittorio) raggiunge la vera popolarità: prima a fianco del cognato Carlo Verone (fratello della moglie, Silvia) in Borotalco e Acqua e Sapone, poi con Sapore di mare. Di lì a poco, è l’inizio del ciclo ultra-trentennale dei cosiddetti cinepanettoni.

Blog di Cultura ha voluto rendere omaggio a Christian De Sica, stilando una lista delle cinque migliori interpretazioni nella carriera dell’attore e regista romano.

Don Buro – Vacanze in America (1984)

L’allegra brigata Vanzina-De Sica-Calà-Amendola & co. va in trasferta negli States e Christian ci regala uno dei personaggi di culto della sua filmografia, il parroco ciociaro Don Buro. Da buon uomo di chiesa, dovrà difendersi dalle avances di Edwige Fenech, in versione MILF (mamma dello scolaro Giancarlo Tognazzi). Don Buro verrà poi riproposto da De Sica nel successivo Anni ’90.
La frase cult: “Saremo puro burini ma beata l’agnoranza, se stai bene de mente, de core e de panza

Ciardulli/Tony Brando – Compagni di scuola (1988)

Nella reunion scolastica di Verdone, Christian De Sica confeziona il personaggio di Ciardulli, cantante fallito che cambia nome d’arte di continuo (da Mike Foster a Tony Brando). Indimenticabile la scena della sua perquisizione, dove, accusato di aver sottratto denaro dal cappotto di Finocchiaro (Angelo Bernabucci) , Ciardulli esibisce un paio di mutande incredibilmente tamarro.
La frase cult: Delicatissimi!

Cesare Proietti/Cristiano Gradini – Fratelli d’Italia (1989)

Negli anni in cui vanno fortissimo i film a episodi, quello più riuscito, nel filone Vanzina-Parenti, è forse Fratelli d’Italia. Tre storie, rette dal trio De Sica-Calà-Boldi: apre Christian con una vicenda che strizza l’occhio alla commedia degli equivoci, in cui, da buon mandrillone qual è, si finge rampollo di un imprenditore per conquistare Turchese (Nathalie Caldonazzo), figlia di un magnate dell’editoria.
Una delle migliori performance nella carriera di Christian De Sica, impreziosita da una finta erre moscia aristocratica.
La frase cult: “A Bambolì, ma vattela a pijà ‘nder c***

Fabio Trivellone – Merry Christmas (2001)

Il comandante Trivellone, storico personaggio del repertorio desichiano, in tutto il suo splendore. Bigamo ed erotomane, Trivellone va a trascorrere le vacanze natalizie ad Amsterdam, insieme alle due mogli (ignare della sua bigamia), una bionda e una mora. Mentre cerca di evitare il disastroso incontro tra le due consorti, De Sica si lancia anche nell’insegnamento al figliastro dell’ars amatoria, attraverso le teoria del movimento d’anca e bacino.
La frase cult: “Le italiane ‘n vacanza sò e più t***e!”

Luciano Baietti – Il figlio più piccolo (2010)

Commedia dolceamara di Pupi Avati alla Pupi Avati. Già insieme al regista bolognese oltre trent’anni prima in Bordella (’76) un De Sica più che mai somigliante a papà Vittorio convince pubblico e critica, aggiudicandosi anche un Nastro d’Argento. In una storia di semi-redenzione di un imprenditore un po’ stupido e un po’ carogna.

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