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L’intervista realizzata da Bruno Vespa al 38enne Salvo Riina, figlio dell’ex boss di Cosa Nostra, durante la puntata di martedì scorso di Porta a Porta non smette di far discutere: sul tema si sono espresse anche Le Iene, che nella trasmissione di ieri sera, 10 aprile, hanno mostrato un servizio a firma di Cristiano Pasca.

La iena ha provato a intervistare dal canto suo Riina jr.: la conditio sine qua non per realizzare l’incontro sarebbe stata quella di anticipare le domande all’intervistato, previa dunque autorizzazione da parte di Salvo Riina. Pasca, palermitano costantemente impegnato in servizi sul tema mafia, ha però coinvolto diversi esponenti dell’azione anti-mafia, oltreché familiari di vittime di Cosa Nostra, per porre dei quesiti scomodi al figlio del capo dei capi.

Arriva dunque la domanda di Claudio Fava, figlio di Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia catanese, che avrebbe voluto chiedere a Salvo Riina se l’intervista a Porta a Porta sia stata fatta da figlio di Riina o da associato alla mafia; o quella di Antonio Ingroia, magistrato che ha lavorato a fianco di Paolo Borsellino negli anni ’80. Hanno partecipato al servizio anche Peppino Sammarco (caposcorta di Giovanni Falcone, salvatosi dalla strage di Capaci per via di un’assenza per malattia), Luciano Traina (fratello di Claudio, agente della scorta di Borsellino, morto nella strage di via D’Amelio), Salvatore Borsellino (fratello di Paolo), Vincenzo Agostino (padre di Nino, poliziotto ucciso per le sue indagini sui latitanti) e Gerardina Piazza, nipote del giudice Cesare Terranova.

Il servizio, visibile interamente sulla piattaforma video de Le Iene, si chiude con l’ovvio rifiuto degli emissari di Riina e con l’ironico appello della iena Pasca verso Vespa: “Bruno, visto che ormai con Riina hai un buon rapporto, la prossima volta fagliele tu queste domande“.

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