Dopo essere scampata alla morte Aurora decide di riprendere in mano la sua vita e di trasferirsi a Pietrarossa, lì dove una “Gori deve stare”. Ma ad appartenere alla sua famiglia, oltre alla ragazza trovata morta, è anche Davide, un bambino traumatizzato che ha condiviso con lei una parte della prigionia.
Ma chi è questo ragazzino? E perché il pentacolo continua a tornare? Ma a tramare nell’ombra ci sono ancora Livia, Veronica e Viola, mentre Edoardo ancora ha problemi di memoria e non sa se può davvero fidarsi di Isabella.
Davide intanto è pronto a lasciare il convento dove ha fatto dei disegni, così arriva a Pietrarossa: ad accoglierlo Aurora, Alessandro e la piccola Eva. Inizia così la quarta puntata de Le tre rose di Eva 3.
Il ragazzino ancora non parla molto e la notte si alza spesso andando al pianoforte dove è poggiata la foto di Rosa Gori. Il tour notturno continua anche in un’altra stanza, quella dove la donna era stata messa a letto dopo che era morta.
Per Veronica invece i tempi si fanno duri: viene costretta a lavori umili e a mangiare pane duro. Edoardo e Isabella intanto sembrano trovare di nuovo l’intesa anche se lui vuole ancora delle risposte, da Davide e da sua madre.
Edoardo arriva a Pietrarossa per parlare con Davide ma Alessandro lo manda via; dopo arrivano Ruggero, Amina e Massimo. Ruggero chiede alla figlia come mai abbia scelto di vivere in una casa che ha “portato solo guai” ma anche il vescovo invita Camerana a non credere nella superstizione, ma di affidarsi alla speranza.
Davide, seduto sull’altalena, viene incuriosito da qualcosa che ha visto muoversi dietro un albero. Allora va a vedere di che si tratta ed Eva lo segue. I bambini sono scomparsi.
Saranno Aurora ed Alessandro a ritrovarli in mezzo al bosco. La piccola Eva sembra ferita e così viene subito portata a casa. “È lì è lì” continua a ripetere la bambina. “Non posso dirti chi era. Altrimenti la strega ti porta via” dice Eva alla madre.
Aurora intanto continua ad avere gli incubi. Prima di mettersi a dormire decide di preparare una tisana; spegnendo la luce della stanza però vede che la foto di sua madre è caduta. Allora si avvicina e guardandola con attenzione, si accorge che sul braccio c’era la stessa ferita che la piccola Eva ha riportato a seguito del suo smarrimento nel bosco.
Massimo intanto va da Enea con una proposta per comprare la vigna e il casale. “Devo firmare” dice ma Sara chiede spiegazioni. Enea apre di nuovo il baule visto nella prima puntata dove c’è nascosta una carpetta con il simbolo del pentacolo.
Tornato a Borgo Camerana, Massimo racconta a Ruggero dell’incontro con Enea, ma Ruggero gli dice che non è interessato alle vigne, vuole sapere dov’è Livia e il ruolo che ha avuto Edoardo nella sparizione di Aurora.
Nel frattempo Livia era nascosta tra il vino dei Monforte ed Elena la scopre; dopo un primo tentennamento decide di aiutarla. Ruggero, proprio fuori dall’azienda, mostra ad Elena le carte che dimostrano il passaggio di proprietà della tenuta ai Camerana. “Perché mi fai questo?” gli chiede Elena. “Per il nome che porti” le risponde secco Ruggero. “Ma in fondo io non ce l’ho con te. Ti lascerò la gestione della tenuta quando mi consegnerai Livia” le propone alla fine. Elena allora si confronta con sua madre: “Tu meriti la galera, non mi rovinerai più la vita”. Elena prova a chiamare Ruggero ma la madre l’aggredisce. Tra le due, sul tetto dell’azienda, c’è una colluttazione. Livia minaccia di buttarsi dalla torre, ma alla fine spinge di sotto la figlia. Elena è ancora viva e arrivano i soccorsi, insieme ad Alessandro e Matteo, il quale se la prende con Lorenzo. Per tutti Elena ha tentato il suicidio.
La sera stessa Livia va in ospedale dalla figlia e si mette a piangere perché pentita per tutti gli errori commessi. Le dice di portare le sue scuse anche ai suoi fratelli e lascia intendere che Edoardo abbia delle colpe, un coinvolgimento nella vicenda e che perdere la memoria era la cosa migliore che gli poteva capitare. Ma una volta uscita dall’ospedale viene rapita da una serie di uomini con il passamontagna.
In convento Veronica viene denigrata e punita dal vescovo che la umilia davanti alle altre suore facendole tagliare i capelli. Ma la ragazza non riuscendo più a sopportare un trattamento così duro pensa di confessare il suo amore per Alessandro uscendo quindi allo scoperto. Il vescovo allora decide di premiare la sua sincerità facendole trovare un pasto ricco nella stanza e delle vesti pulite per riacquistare la dignità persa. A quel punto Veronica si dirige nelle stanze dell’uomo di chiesa per provocarlo, ma lui le risponde “Non è quello che voglio da te Veronica“. Tornata nella sua stanza trova sul letto una scatola e dentro una maschera con una vestito.
Dopo aver incontrato i genitori adottivi di Davide, Aurora non riesce ancora a farsi convincere dalle parole dei due coniugi che cercano di allettarla sulla presenza di questo ragazzino. Davide viene infatti definito un vero e proprio demonio. Poco dopo sarà lui a condurla nello scantinato dove per la prima volta si volgerà a lei con il solito sguardo misterioso bisbigliando parole raggelanti. “Lei mi chiama” dice, e Aurora con le lacrime agli occhi pensa stia parlando di Rosa, sua madre.