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In tempi di crisi in cui è un miracolo riuscire ad essere assunti e invece i no si possono collezionare, è possibile rincuorarsi un po’ se anche Madonna, Bono Vox o Tim Burton agli esordi delle loro carriere hanno ricevuto lettere di rifiuto.

Hanno infatti cominciato a girare sui social network le lettere in cui grandi case discografiche, editori o produzioni cinematografiche hanno “gentilmente” rispedito al mittente i lavori di quelli che poi sono diventati star internazionali.

Il discografico Jimmy Ienner, produttore della colonna sonora di Dirty Dancing e Sister Act rispose negativamente alla giovane Madonna che gli aveva spedito del materiale per il suo primo album; dice testualmente “Mi sono divertito ad ascoltare Madonna, la produzione, l’arrangiamento e lei è davvero forte. La direzione è quella giusta, secondo me. L’unica cosa che manca in questo progetto è il materiale. Mi piace “I Want You”, “Get Up” e “High Society”, ma non mi piace del “Love On The Run”. Non Credo che lei sia ancora pronta, ma ha le basi per diventare una grande artista. Passo per ora, ma aspetto qualcosa di più.” Nel 1982 Madonna firmerà con la Sire Records e il primo singolo “Everybody” raggiungerà la terza posizione della classifica Billboard Hot Dance.

lettere di rifiuto a grandi star internazionali

Ma l’irriverente signora Ciccone non è stata certo la sola. Anche le canzoni del giovane Paul David Hewson furono rispedite al mittente con una bocciatura nel 1979, da un discografico della RSO Records, etichetta del produttore e impresario australiano Robert Stigwood. Quel ragazzo sarebbe diventato una delle rock star più acclamate al mondo, frontman degli U2, conosciuto come Bono Vox. Queste le parole “Abbiamo ascoltato con attenzione il suo nastro ma pensiamo che al momento non sia adatto per noi. Le facciamo i migliori auguri per la sua futura carriera”. La band sarebbe esplosa negli anni ’80 con album campioni di vendite: da Boy del 1980 a October fino al leggendario The Joshua Tree del 1987.

lettere di rifiuto a grandi star internazionali

A fare compagnia alle due celebri star musicali anche l’artista inventore della Pop Art Andy Warhol; nel 1956 infatti il Museo d’Arte Moderna di New York rifiutava un disegno intitolato “Shoe” “che così generosamente veniva offerto in dono al Museo”. Oggi lo stesso museo possiede 168 pezzi del famoso artista, comprese la Marilyn in versione Pop Art e i barattoli di zuppa Campbell’s.

Tra gli altri a essere stati rifiutati almeno una volta ci sono Tim Burton il cui libro “Zlig Giant” non fu accettato dalla Walt Disney Production nel 1976; Stieg Larsson, lo scrittore svedese divenuto famoso con la serie di best sellers Millenium, fu rifiutato dalla Scuola di Giornalismo di Stoccolma.

A essere respinte anche il premio Pulitzer Sylvia Plath, poetessa e scrittrice statunitense che il New Yorker non accettò tra le sue fila e la modernista Gertrude Stein rifiutata dall’editore Arthur C. Fifield che non terminò nemmeno di leggere il suo “The Making Of Americans”.

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