La tredicesima ora, il programma di approfondimento di Carlo Lucarelli del venerdì sera, non andrà più in onda su rai 3. La cancellazione dal palinsesto è stata una notizia inaspettata visti gli ascolti e la qualità del format: La tredicesima ora era un programma sperimentale con un linguaggio nuovo per raccontare fatti di cronaca nera.
E’ stata un’amara sorpresa anche per gli autori: fino ad oggi non si erano verificati fatti tali da poter far pensare a un’eventuale chiusura del programma, nè è stata ricevuta alcuna comunicazione dal direttore Vianello.
Carlo Lucarelli, già conduttore di “Blu notte”, ha dichiarato la propria delusione per la scelta di rai 3 in un intervista all’Huffington post: “un programma a cui tenevo tantissimo: era appena nato, io e gli autori ci eravamo molto spesi, c’erano tantissime idee per il futuro. Pur essendo messi in un girone infernale, quello della seconda serata del venerdì, eravamo andati abbastanza bene in termini d’ascolti per la media del canale”.
Un prodotto di qualità “la tredicesima ora” con l’obbiettivo di portare sullo schermo storie complesse affrontando anche temi che spesso non trovano spazio nei palinsesti televisivi. Per la seconda stagione erano in programma approfondimenti sulla criminalità organizzata, la corruzione, la prostituzione anche minorile.
Una voce che sapeva raccontare con moderazione e realismo una realtà spesso esclusa o troppo strillata nelle nostre televisioni, dove a volte l’inseguimento dello scoop, il bisogno di spettacolarizzazione fanno dimenticare che dietro ogni caso di cronaca nera c’è un dolore vero e profondo, un dolore troppo grande per essere raccontato e che chiede solo silenzio, e rispetto.
Significativo che Lucarelli nell’intervista a Huffington post alla domanda su una possibile trattazione del caso Gambirasio abbia risposto negativamente: “Non è chiuso, non è un cold case su cui fare una puntata televisiva della “Tredicesima ora” o di “Blu notte”. C’è un impatto emotivo che deve essere necessariamente considerato”.
Avrebbe invece preso in considerazione un servizio sul caso di Annamaria Franzoni: “Adesso è il momento di parlarne, dopo tanti anni, dopo che l’onda emotiva è passata; ora che c’è una chiarezza data dalla magistratura. Chi scrive può fare un lavoro più accurato, più certo, senza cadere nella fretta di fare la notizia”.