Marco Mengoni lancia il suo nuovo disco, Atlantico, e lo fa con un tour che lo porterà in giro per il paese a promuovere l’album.
«Dopo tre anni intensi legati all’ultimo progetto sentivo di essere fisicamente scarico, avevo dato tutte le energie, e avevo il desiderio di ricaricarmi. Così ho fatto le valigie e sono partito. Ho fatto un sacco di viaggi, per la maggior parte “reali” ma anche mentali, psicologici. Ho staccato dalla quotidianità e sono andato incontro a culture e influenze diverse», spiega.
E’ stato il suo vagare da una tappa all’altra del mondo a dar vita al disco Atlantico, ricco di sonorità di ogni genere, da quelle arabe a quelle latine.
Durante i suoi viaggi Mengoni racconta di aver:
«analizzato tantissime cose di me e ho capito di avere bisogno di più lentezza».
«In alcuni casi ho lasciato che il tempo scorresse anziché fare una cosa che magari mi avrebbe fatto star bene. Ci vuole lentezza per ragionare su ciò che viviamo, ma anche velocità per vivere quello che abbiamo. Così mi sono costretto a stare da solo, ma anche per stare vicino a delle persone. Sono andato a ricercare il silenzio. Rimpianti no, cerco di non averne, è sbagliato».
Nasce così un disco molto intimo, più personale e allo stesso tempo un’opera d’autore che si discosta un po’ dai gusti del mercato e cerca di proporre qualcosa di nuovo e diverso.
«Volevo che la musica portasse le persone all’interno di un percorso e quindi ho chiesto al mio team di realizzare tutto questo», spiega, poi scoppia in lacrime: «È che ci tieni ****, posso anche permettermi un po’ di piangere».
Un disco importante per la sua carriera questo Atlantico, che presto toccherà varie tappe dove i fan potranno ascoltare dal vivo l’ultima opera musicale di Marco Mengoni.