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Spesso si pensa che un giornalista sia colui che deve comportarsi come un semplice “operatore della notizia” (come verrebbe definito un qualunque manuale di giornalismo), ossia qualcuno che utilizza la parola per trasmettere informazioni. Ma quella parola può essere utilizzata e trasmessa in molteplici modi e forse è proprio l’uso che se ne fa a distinguere un giornalista dall’altro.

Massimo Gramellini, vicedirettore del quotidiano nazionale “La Stampa”, non è soltanto una delle tante firme importanti del giornalismo italiano, ma per molti è diventato anche rappresentante di un’efficace capacità di tramutare le informazioni in parole melodiche, capaci di trasmette non solo le sue idee su un certo ambito, quanto piuttosto l’ambito stesso assieme ai maggiori sentimenti che esso può suscitare.
Il torinese Gramellini, che dal lontano 1999 allieta i lettori de La Stampa con la sua quotidiana rubrica “Il Buongiorno“, ha fatto sua questa innata capacità di riuscire ad arrivare al lettore che lo segue: i suoi articoli riescono spesso nell’intento di trasmettere un fatto, non si fermano solo alla banale azione del comunicare.

Così in uno dei suoi ultimi pezzi, “Morric One“, Gramellini non solo rende omaggio al premio Oscar Ennio Morricone per la sua scelta di aver colloquiato in italiano sul palco del Kodak Theatre di Los Angeles, ma riesce a congiungere il comune senso di patriottismo italiano con concetti che sono solo suoi, e che danno così un senso personale (e allo stesso tempo comune) all’articolo.

Scrivendo che “sul palco più internazionale del mondo si aveva l ‘impressione di scorgere l’Altro Italiano” il giornalista introduce delle premesse (non banali) sul concetto che esprime qualche riga più avanti: “Di lui si parla poco perché non è pittoresco, ma ne esiste un esemplare quasi in ogni famiglia. E con la sua presenza dà un senso a tutte le altre.
Gramellini riesce a vedere oltre il semplice fatto avvenuto (quello che tutti hanno potuto vedere alla premiazione degli Academy Awards), e riesce a guardare oltre, introducendo un tema che tutti possono comprendere e con il quale possono immedesimarsi: la quotidianità.

C’è chi lo definisce un “populista” proprio per la sua scelta di puntare su concetti che facciano presa sul pubblico. C’è chi lo giudica negativamente perché vede nei suoi concetti solo un mero gioco di parole e luoghi comuni messi in atto per accogliere consensi, più che per comunicare la propria opinione.

Gramellini resta tuttavia un giornalista che ha saputo rendere la parola empatica, ossia capace di arrivare ai sensi del lettore. Se il suo ruolo è quello di giornalista opinionista, Gramellini lo occupa alla perfezione, riuscendo spesso a trovare nelle parole la giusta evocazione di valori, pensieri e sentimenti che vanno oltre il semplice ruolo di “operatore della notizia.”

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