La famiglia Trump sembra essere molto divisa nelle posizioni, in particolare tra le dure affermazioni e la realtà dei fatti. Già sulla questione dei Millennials avevamo visto un inedito Trump piuttosto toccato dal contatto diretto con le persone alle quali si apprestava a togliere diritti e supporto, ed ecco che sulla vicenda dei bambini tolti alle famiglie sul confine col Messico interviene addirittura la first lady.
«La signora Trump odia vedere i bambini separati dalle loro famiglie e spera che da entrambi i lati si possa arrivare a una riforma dell’immigrazione. Crede che abbiamo bisogno di un paese che segua tutte le leggi, ma anche di un paese che governi con il cuore». Le affermazioni vengono riportate dal portavoce di Melania Trump, Stephanie Grisham. Il comunicato arriva come una una frecciatina (e nemmeno tanto ina) al marito che i media e l’opinione pubblica non hanno potuto ignorare.
La vicenda di cui parla è legata ai circa 200 bambini, separati dalle famiglie tra aprile e maggio mentre cercavano di attraversare illegalmente il confine con gli USA. La risposta dell’amministrazione arriva immediatamente dal profilo del presidente: «A nessuno piace dividere le famiglie e vedere i bambini strappati dalle braccia delle loro mamme».
A sua difesa Donald Trump sostiene di star solo applicando una legge fatta da Obama che lui si appresta a riformare creando un sistema più equilibrato.
Le separazioni nascondo per una semplice norma giuridica. Il reato di immigrazione clandestina viene infatti immediatamente applicato, trasformando i genitori in criminali e di conseguenza forzando lo stato alla rimozione della tutela dei minori. Un cortocircuito istituzionale che sta facendo molto parlare negli USA, portando addirittura la famiglia Bush a entrare in campo: «Vivo in uno stato di confine. Comprendo e apprezzo che si debbano difendere le nostre frontiere, ma questa tolleranza zero è crudele. È immorale e mi spezza il cuore», ha affermato Laura Bush, già avversaria dell’amministrazione Trump nonostante le posizioni Repubblicane.