Una serie di mini-cervelli è stata prodotta attraverso l’utilizzo di cellule staminali.
I cervelli ricreati sono estremamente simili a quelli di un umano adulto e permeranno di valutare l’efficacia di alcuni farmaci, oltre che studiare diverse malattia degenerative comprenderle meglio.
“Ciascuno di noi può usare il cervello in maniera diversa, ma tutti abbiamo gli stessi tipi di cellule e le stesse connessioni di base”, spiega lo scienziato Arlotta.
Fino ad oggi una tecnologia di questo tipo non era stata possibile: “ciascun organoide era unico e si sviluppava con il suo mix di tipi cellulari in un modo imprevedibile. Noi abbiamo risolto il problema”, sottolinea la biologa.
Dopo sei mesi di coltura, il mini cervello presenta vari elementi di un cervello completo, tra i quali neuroni e neoruconnettori.
Gli organoidi, prodotti in serie sembrano uscire da un film horror.
Ci troviamo infatti di fronte a veri e propri cervelli con una varietà di cellule che ci aiuteranno a capire meglio il funzionamento dell’organo fondamentale del nostro corpo.
“Abbiamo prodotto gli organoidi partendo da diverse linee di cellule staminali, sia di origine maschile che femminile”, continuano i ricercatori su Ansa.
“Nonostante il diverso background genetico, si sono sviluppati gli stessi tipi cellulari nello stesso modo, nell’ordine giusto e, cosa più importante, in ciascun organoide”. Diventa possibile “comparare gli organoidi di controllo con quelli creati con specifiche mutazioni genetiche legate alle malattie”.
“Questo ci darà più certezze sulle differenze davvero significative, sulle cellule colpite e sui meccanismi molecolari alterati. Gli organoidi riproducibili ci consentiranno di muoverci più rapidamente verso interventi concreti, perché ci indirizzeranno su specifiche caratteristiche genetiche che causano la malattia. Nel futuro saremo in grado di porci domande sempre più precise riguardo a ciò che va storto nelle malattie psichiatriche”.
Un risultato incredibile che ci mette di fronte ad alcune sfide etiche.