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Cinque anni dopo l’indimenticabile interpretazione in “Quasi amici”, Omar Sy torna al cinema con la sua innata verve comica per vestire i panni di Mister Chocolat, il primo artista nero della storia di Francia, nel periodo della Belle Epoque. Il film del regista Roschdy Zem – già campione d’incassi oltralpe – è stato amato dalla critica che lo ha definito “delizioso”. In uscita nelle sale cinematografiche italiane il 7 aprile – distribuito da Medea – la pellicola racconta le vicissitudini che hanno portato Mister Chocolat dall’anonimato alla fama. Dopo aver mosso i primi passi in un piccolo circo come clown, il duo formato con l’amico Footit (James Thierree) conquista il pubblico a tal punto da permettere all’improbabile coppia di calcare il palcoscenico di un famigerato teatro parigino, dove conquistano il vero successo.

Ma i soldi facili, il gioco d’azzardo e la discriminazione razziale mostreranno l’altra faccia della medaglia, il dramma dietro il sipario. Il film racconta una grande storia d’amicizia in un’epoca di pregiudizi, impreziosita dall’abilità di Omar Sy nel coniugare l’aspetto comico a quello drammatico. Il risultato è una performance – come definita dalla critica – “indimenticabile”.

Il successo della pellicola deriva innanzitutto dal fatto che in Francia Mister Chocolat gode di grande fama. È un personaggio realmente esistito – siamo nella seconda meta dell’Ottocento – che ha ispirato a suo tempo letteratura, cinema e pubblicità, dai fratelli Lumiere a Toulouse-Lautrec.

Il vero nome di Mister Chocolat è Rafael Padilla. Nato a Cuba tra il 1865 ed il 1868 da una famiglia africana schiavizzata in quella che allora era una colonia spagnola, a causa delle difficoltà economiche della famiglia viene affidato a un’anziana signora cubana che lo vende in cambio di 18 once a un negoziante di Bilbao. Dopo essere riuscito a fuggire all’età di 14 anni, Rafael cerca sbarcare il lunario svolgendo umili lavoretti. Un giorno, improvvisamente, la fortuna bussa alla sua porta: viene scoperto dal celebre clown Tony Grice che, impressionato dalla sua abilità nel ballo e dalla sua straordinaria forza fisica, lo prende con sé come domestico e partner per alcuni numeri circensi. Proprio questo è il luogo dove ha inizio la storia del primo artista nero di Francia.

Le curiosità sui personaggi sono diverse e sorprendenti. Una degna di nota riguarda il duo Mister Chocolat-Footit ed è legata all’invenzione del cinema. Difatti furono proprio i fratelli Lumière a filmare nel 1900 ben sei numeri della coppia comica. Parlando di pubblicità, Mister Chocolat ha prestato il suo volto per Michelin, per il sapone La Heve e il cioccolato Félix Potin. Inoltre, quattro illustrazioni del duo sono state realizzate per uno dei più celebri grandi magazzini di Parigi, Le Bon Marchéè. Oltre l’aspetto commerciale, Mister Chocolat è legato anche a un grande nome dell’arte francese: Toulouse-Lautrec. “Chocolat dansant sans un bar” è il titolo di una stampa realizzata dall’artista in un bar di Montmartre dove i clown erano soliti andare dopo gli spettacoli al Nouveau Cirque. Inoltre, si dice anche che Chocolat abbia ispirato un celebre personaggio dell’opera teatrale “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, il servo Lucky. Avvicinandoci un po’ più ai giorni nostri, anche il cinema ha reso omaggio ai due celebri artisti. In “Un americano a Parigi” (1951) di Vincente Minnelli, viene mostrata in una scena finale la celebre rappresentazione di Chocolat realizzata da Toulouse-Lautrec. In entrambe le versioni cinematografiche di “Moulin Rouge”, di John Huston del 1952 e di Baz Luhrmann del 2001, è presente i personaggio di Chocolat.

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