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“La sfida più grande per la Siae oggi è la direttiva sul diritto d’autore”.

Parla così Mogol nel corso di una conferenza SIAE.

“È incredibile che si faccia la carità alle grandi piattaforme del web, che sono già miliardarie e per giunta americane tanto più che oggi in Italia l’86% dei cittadini è d’accordo con noi”.

Ed ecco che parte l’appello:

“Chiederemo un incontro a tutti i politici. Chi non è d’accordo ci dica perché”.

Secondo gli ultimi dati il Cinema è in profonda crisi.

In questo caso la crisi nasce da due fattori: Il primo è una stagione cinematografica dimenticabile, fatta di pellicole scialbe e sintomo di una enorme crisi culturale che coinvolge le produzioni cinematografiche.

I film delle compagnie storiche non lasciano il segno e i nostri Cinema sono restii a rischiare puntando su pellicole asiatiche e nuove forme di Cinema.

Al contempo, Netflix ha praticamente monopolizzato il mondo dello spettacolo, rendendo la sala superflua e colpendo duramente quello che non è solo un modo per vedere un film, ma è un’esperienza e un momento di socialità e condivisione.

Il resoconto di SIAE fa pensare a spettatori “sempre più attenti ed esigenti, disposti a spendere di più”.

Allo stesso tempo c’è però una enorme fascia di popolazione, che non può permettersi Cinema e intrattenimento, “che ne resta esclusa per motivi economici”.

Una situazione difficile quella del nostro paese che necessiterebbe cambiamenti alla radice, primo tra tutti un abbandono dei vecchi stilemi e maggiore coraggio da parte delle produzioni.

Se non viene data fiducia a idee nuove e differenti, il futuro per il nostro Cinema e in generale per la cultura italiana è davvero cupo, basta pensare a quanto poco la nostra produzione influisce sul resto del mondo, restando quasi nella sua totalità relegata a un mondo piccolo e autoreferenziale.

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