CONDIVIDI

Andrea G. Pinketts, Re del giallo e del noir italiano è morto all’età di 57 anni dopo una lunga malattia.

A salutarlo sono molti personaggi del mondo della letteratura, scrittori, giornalisti e tutti coloro che hanno conosciuto uno dei personaggi più eccentrici e interessanti del panorama nazionale.

Pinketts era noto per i suoi romanzi oltre che per l’indagine giornalistica sui bambini di Satana.

Ecco le parole della mamma Mirella

«Con passo marziale sta valicando i confini degli spazi celesti e dei cieli infiniti Andrea G. Pinketts, scrittore-giornalista. Ha accanto l’amore di chi lo ha preceduto che lo accoglie con gioia accorata, così presto! Lazzaro Sant’Andrea, la sua creatura, è ansioso di future, mirabolanti avventure da vivere insieme».

«Mirella Marabese Pinketts è fiera del tuo talento e della tua genialità. Prosegue il cammino terreno come tu vuoi. Non ti dirò mai addio. Mamma».

«Ringrazio la meravigliosa e amorevole assistenza avuta dai dottori Giorgio Ormellese e Tiziana Cipani insieme a tutto il personale medico e paramedico dell’Ospedale Niguarda».

Poco dopo la notizia della sua morte i social si sono riempiti di foto e racconti di tutte quelle persone, tra fan e colleghi che hanno conosciuto la geniale mente di Pinketts.

Un personaggio al quale non si addicono pianti e lamenti, ma più una celebrazione di chi è stato fedele a sé stesso per un lungo tempo, segnando il mondo underground della letteratura italiana, troppo spesso confusa con i teatrini dei premi letterari e dei salotti di Strega ed affini.

Nel ricordo di Raul Montanari, si legge: «Era uno scrittore di originalità sbalorditiva. E, stavolta mi tocca dirlo, un grande amico».

Pinketts viene ricordato come «un ragazzo dolce e scapestrato» .

Su Twitter si racconta un interessante episodio: «Un buttafuori mi sbarra la strada. Interviene il vocione di Pinketts: “Il signore è un autore”. Raramente mi sono sentito così accolto da un collega».

Chiude Donato Carrisi che commenta:

«Il più “Duro” fra tutti noi… Ci mancherai. Tanto».

Una grande perdita per la cultura italiana, speriamo almeno che come spesso accade, adesso si torni a parlare e a leggere il nostro noir.

 

 

 

 

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

4 + quattro =