Josep Maria Subirachs, artista e scultore catalano, è morto ieri, 7 Aprile, a Barcellona all’età di 87 anni, al termine di una lunga malattia neurodegenerativa. Il famoso scultore è stato l’autore del controverso gruppo scultoreo della “Passione” sulla facciata della Sagrada Familia, la chiesa incompiuta di Antoni Gaudì: opera simbolo della città di Barcellona e uno dei monumenti più visitati di tutta la Spagna.
Artista che amava lavorare prevalentemente con metallo, terracotta o cemento, nasce a Barcellona nel 1927 e affina le sue doti all’Accademia delle Belle Arti della sua città natale tra il 1951 e il 1953; spinge i suoi studi dei rapporti spaziali concavo-convessi a soluzioni che si possono inserire nell’ambito della nuova figurazione; nel 1961 si afferma come autore internazionale realizzando nel Market Center di Dallas la scultura “Cera perduta verticale” e firma la facciata del municipio di Barcellona e il monumento all’Olimpiade di Città di Messico, entrambi del 1968.
Anno cruciale è il 1986, quando viene chiamato in causa per portare a termine il lavoro del grande maestro Gaudì, richiesta che accettò a patto che fossero rispettate due condizioni: che potesse essere sepolto anche lui nella Cattedrale e che soprattutto non gli fosse imposto nessuno stile. Purtroppo le sue opere generarono dall’inizio, sino alla loro conclusione nel 2005, un grande dibattito da parte di cittadini ed esperti circa l’impatto generale sul lavoro precedentemente creato da Gaudì.
Infatti il grande architetto morì nel 1926, per un incidente stradale, lasciando incompiuta la sua strabiliante opera della Sagrada Familia, dopo averci lavorato per ben 15 anni: senza lasciare alcun documento relativo alla prosecuzione dell’opera e con gli ultimi bozzetti rimasti andati distrutti durante la Guerra Civile, di fatto non esiste alcun documento che mostri nel dettaglio quale fosse il risultato finale che Gaudì aveva in mente, che probabilmente, secondo gli auspici del comitato promotore dell’opera, potrebbe essere completata, nella migliore delle ipotesi, per il 2026, a 144 anni dalla posa della prima pietra.