“Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale durante l’Occupazione“: Patrick Modiano, scrittore francese, vince così il premio più prestigioso al mondo, il Nobel per la Letteratura. Nato nel 1945, Modiano ha dedicato parte delle sue opere alla figura paterna, un ebreo che si trova a collaborare con il regime nazista di Vichy.
I traumi non tardano ad arrivare: una vita difficile, sballottato lontano dai genitori che non sanno occuparsene, insieme al fratello Rudy, che muore in tenera età. Il suo primo romanzo è datato 1967, La Place de l’Etoile.
I suoi romanzi sono generalmente ambientati nella Parigi occupata dai nazisti: in essi troviamo la figura dello straniero, dell’esule, dell’ebreo, attraverso cui spicca il gusto della rievocazione. La figura del padre resta ambigua, un uomo dalla duplice identità che fa di tutto pur di salvarsi.
Tra i suoi libri editi in Italia, Caterina Certezza, pubblicato quest’anno insieme a Jean-Jacques Sempé, L’orizzonte, per Einaudi, e Dora Bruder, per Guanda. Quest’ultimo è probabilmente il suo libro più noto: la scomparsa di una quindicenne di cui l’autore segue la vicenda molti anni dopo, cercando di ricostruirne la vicenda, che si conclude drammaticamente ad Auschwitz.