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Un gruppo di bambini e un cane beagle bianco con le orecchie nere compongono il cast di Peanuts, un fumetto giornaliero scritto e illustrato da Charles Monroe Schulz, pubblicato dal 2 ottobre 1950 al 13 febbraio 2000 (il giorno dopo la morte dell’autore). Una saga di fumetti durata cinquant’anni, entrata nel Guinness Book of Records come il fumetto più popolare di tutti i tempi.

In principio personaggi erano solo Charlie Brown, Shermy, Patty e il cane, Snoopy. Presto però la striscia iniziò a concentrarsi specialmente su Charlie Brown, un bimbo cocciuto, timido e insicuro innamorato cotto di “una ragazzina dai capelli rossi”, Violet, che verrà aggiunta in un secondo momento. Col passare degli anni Shermy e Patty appaiono più di rado, mentre vengono aggiunti nuovi personaggi: Schroeder, Lucy van Pelt, egoista e dispettosa, e suo fratello Linus.

Negli anni Sessanta la striscia inizia a dedicare maggiore spazio a Snoopy, che diventerà il grande protagonista della storia dei Peanuts. Il beagle ha tutte le caratteristiche degli umani: pensa, cammina a due zampe, scrive, cucina, gioca nella squadra di baseball di Charlie e, soprattutto, immagina e sogna. Dotato di una fervida fantasia, nel corso della sua lunga storia ha impersonato centinaia di personaggi differenti: Joe Falchetto, Topolino, la sorella minore di Charlie Brown, Sally, l’uccello Woodstock, amico di Snoopy che parla una sua lingua che noi non possiamo capire, Pigpen, il bambino perennemente sporco, Spike, uno dei fratelli di Snoopy che vive nel deserto e ancora molti altri, raccontando storie nelle strisce che hanno appassionato i bambini di tutto il mondo.

Le avventure di Snoopy e compagni sono apparse su oltre 2000 quotidiani, raggiungendo 355 milioni di lettori. Dal 1970 la definizione di “coperta di Linus” è stata ufficialmente inserita nel Webster’s Dictionary, e i più prestigiosi musei del mondo hanno dedicato a Schulz mostre e retrospettive. Frutto di cinquant’anni di lavoro instancabile di Shulz, la serie fu interrotta per espressa volontà dell’autore, che, rivendicandone gelosamente la paternità, vietò ad eventuali eredi di continuarla.

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