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Quando ci si mette, lo spirito social è proprio un figlio di buonadonna: nel 2015 si riesce a trasformare un serial killer come Pietro Pacciani in un personaggio di culto: lui, il famigerato assassino delle coppiette, condannato nel 1994 all’ergastolo e scomparso nel 1998 a 73 anni.

La cosa bella, tuttavia, del suddetto spirito social è anche l’infischiarsene della poca sacralità che rimane nel mondo, dimostrandosi in grado di carpire il trash in qualsiasi situazione possibile: ed ecco che dedicata, goliardicamente, a Pietro Pacciani, nasce anche la pagina Facebook Pietro Pacciani Official Lo stesso destino lo ha incontrato la figura di un altro compagno di merende, Mario Vanni.

Vale la pena, dunque, tornare alla mente a quella volta in cui il Pacciani, forse al fine di intenerire la Corte che dovrà giudicarlo per i tremendi delitti commessi, si cimentò nell’esecuzione di una poesia. Il breve componimento recita pressappoco così (a seguito, la parte audio originale):

Se ni’ mondo esistesse un po’ di bene
e ognun si considerasse suo fratello,
ci sarebbe meno pensieri e meno pene
e il mondo ne sarebbe assai più bello
.

Laconico il commento del giudice, che ricorda a Pacciani il motivo per cui si trova davanti alla Corte: “Bravo bravo, noi condividiamo. Ma ora siamo davanti alla Corte d’Assise e lei è imputato di sedici omicidi.

[Ph. Credits: ANSA]

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