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Pitt DiCaprio

Brad Pitt (55) e Leonardo DiCaprio (44) sono due tra i personaggi più iconici della attuale Hollywood.

Protagonisti di “C’era una volta a Hollywood“, i due attori, divenuti ormai icone del Cinema si sono raccontati in occasione del Festival di Cannes.

Brad Pitt e Leonardo di Caprio, vantano alcune delle pellicole più straordinarie degli ultimi anni.

Protagonisti o nel ruolo di importanti personaggi, sono riusciti a segnare buona parte dei cult fondamentali del Cinema moderno, lasciando a bocca aperta interpretazione dopo interpretazione.

«I nostri personaggi – racconta Brad Pitt di fronte alle telecamere – rappresentano due facce della stessa persona, due modi per affrontare un momento complesso della vita».

Mentre «Cliff è già uscito dalla depressione e ha imparato a vivere accettando quello che l’esistenza gli offre», il mio personaggio è in una fase delicata.

«Mi sono molto identificato nel ruolo, Rick deve vedersela con un mondo che sta cambiando e la difficoltà di trovare lavoro. Interpretandolo, ho provato riconoscenza per chi oggi, nella mia realtà, mi permette di continuare a fare questo mestiere».

Si parla poi di Tarantino, con il quale, a quanto pare lavorare è davvero piacevole: «Pochi conoscono il cinema bene come lui. Cliff e Rick sono outsider che, dopo aver dato tanto all’industria cinematografica, rischiano di finire ai margini. La loro storia è anche un omaggio toccante all’impegno di tanti che, pur non famosissimi, hanno contribuito alla creazione del mito di Hollywood. Nessun altro film racconta in un modo così veritiero la vita quotidiana di attori e stuntmen».

Le relazioni raccontate dalla pellicola sono per Pitt veritiere e rappresentano in modo autentico molte vicende della storia del Cinema:

«Le vicende dei divi e delle loro controfigure sono numerose e anche epiche. Penso a Burt Reynolds e Hal Needham, a Steve McQueen e Bud Ekins, e poi a Kurt Russel e a Harrison Ford, anche loro hanno avuto per decenni gli stessi stuntmen al fianco. Un’abitudine che oggi va scomparendo, perché le tecnologie e gli effetti speciali permettono di realizzare le scene pericolose in altri modi».

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