La corona pesa, e guai a pensare il contrario!
Specialmente quando si ha un carattere esuberante come Henry d’Inghilterra, costretto dal protocollo a calcolare ogni mossa, ogni passo, ogni singola affermazione e dichiarazione.
Adesso però, dopo una vita al servizio della monarchia e qualche trasgressione di gioventù, anche Harry, secondo figlio di Lady Diana e del principe Carlo, ha trovato le parole per spiegare che cosa significhi davvero far parte della famiglia reale.
Suonano più come uno sfogo che come una confessione, le sue parole: «Non credo che ci sia qualcuno di noi che voglia diventare re, ma a tempo debito faremo il nostro dovere». Queste le parole del principe, quinto in linea di successione al trono britannico.
Una frase shock, destinata a creare certamente scompiglio a Buckingham Palace. Ma il principe dai capelli rossi ha le idee chiare.
Lui, cresciuto all’ombra del fratello maggiore William, riconosce l’importanza di appartenere alla famiglia reale, ma la vede più come una responsabilità che come un privilegio.
«Non vogliamo cancellare la magia, il popolo britannico e il mondo intero hanno bisogno di istituzioni come questa» ha confessato Harry.
La vita di un principe non è affatto facile, ancora di più per Harry; anche perché nei suoi occhi sono ancora vivi alcuni dolorosi ricordi del passato. Uno su tutti: quello del funerale della mamma Diana, scomparsa in un incidente stradale a Parigi il 31 agosto del 1997.
In diretta tivù, il mondo intero assistette alla lenta camminata dietro alla bara del piccolo Harry e di William. «A nessun bambino si dovrebbe chiedere di fare una cosa simile. Mia madre era appena morta, milioni di persone mi stavano guardando. Non credo che oggi lo permetteremmo».
A questo punto è facile pensare che essere un “reale” non è solo rose e fiori, ma soprattutto oneri, piuttosto che onori.