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Nel 1997 compare nei cinema ‘Principessa Mononoke’, un film d’animazione dal significato profondo, diretto da Hayao Miyazaki: in poco tempo riscuote un notevole successo e si conferma uno dei capolavori del maestro d’animazione giapponese. Quest’anno, dall’8 al 15 maggio, l’anime (cartone animato giapponese) ritorna sul grande schermo con la casa di produzione Lucky Red, e promette ovviamente una nuova ondata di celebrità.

Il principe Ashitaka è ferito da un cinghiale indemoniato e acquista una forza sovrumana, unita però ad atroci sofferenze che consumeranno il suo corpo fino a portarlo alla morte. Decide quindi di lasciare il suo villaggio per cercare una cura, che potrebbe trovare dallo Spirito di una foresta popolata da animali-dei: durante il viaggio fa la conoscenza di uno di loro, San, una ragazza-lupo, la principessa Mononoke. Il giovane apprende che gli animali stanno attaccando continuamente la Città di ferro, dove si producono armi sfruttando il materiale naturale, perchè inferociti per l’egoismo e la crudeltà dell’uomo. In un crescendo di eventi, gli uomini si metteranno all’inseguimento del Dio Cervo, la cui testa dona l’immortalità: infurierà la battaglia tra gli spiriti della foresta e i guerrieri umani, ma che ne sarà di Ashitaka e San, ormai innamorati, e del paradiso naturale che li circonda?

Miyazaki, che aveva annunciato il suo ritiro dalle scene lo scorso settembre, ha costruito una pellicola complessa ma affascinante. Pone l’accento sul tema del bene e del male, separati ma non così nettamente: la Città di ferro produce armi, ma è anche un rifugio per i lebbrosi. Soprattutto si notano il pacifismo e l’ambientalismo: insegnamenti preziosi che, nonostante il progresso, l’umanità sembra avere dimenticato. Nel mondo in cui viviamo spesso si lanciano appelli per il rispetto del pianeta e per la fine dei conflitti; non sembra quindi un caso che ‘Principessa Mononoke’ ritorni proprio adesso.

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