Proprio durante il sessantesimo compleanno del defunto Michael Jackson (l’artista era nato il 29 agosto a Gary nell’Indiana), Sony è stata scagionata, assieme agli eredi di Jackson, dall’accusa di aver creato tre falsi contenuti nell’album postumo uscito nel 2010, salvando quindi famiglia e azienda dalla class action che i Fan di Jackson avevano messo in piedi dopo i primi dubbi sui discussi tre brani.
A quanto pare, i giudici hanno stabilito come la famiglia Jackson e la Sony fossero totalmente all’oscuro della possibilità che le registrazioni prodotte da Eddie Cascio e James Porte per la Angelikson Productions Llc non contenessero la vera voce di Michael Jackson, e che i tre brani incriminati: Breaking news, Keep your head up e Monster, potessero essere cantati da un imitatore.
Solo alcuni giorni fa si era diffusa la notizia che vedeva Sony ammettere la presenza all’interno delle registrazioni di un imitatore. Il colosso della musica e della tecnologia aveva però smentito immediatamente le voci, smentita che fa seguito a quella dello stesso imitatore Jason Machi che, nel gennaio del 2011 aveva invece ammesso di aver partecipato al falso: “Ho mentito a molte persone, ma… sono stato io a cantare Breaking News, Keep Your Head Up, Monster e Stay. C’era un accordo con la casa discografica, ma oramai i buoi sono fuggiti. Chiedo scusa a tutti i miei fan e a quelli di Michael Jackson”. La smentita vorrebbe un gruppo di hacker colpevoli di aver preso il controllo del suo account.
Tutto è possibile, fatto sta che per i giudici i Jackson, così come la Sony sono assolutamente non colpevoli e non ci sono prove schiaccianti della possibile falsità dei tre pezzi in questione.
Quello degli inediti di Michael Jackson resterà quindi un grande arcano nel quale i fan dovranno scegliere se credere o negare la veridicità della voce che sentono registrata.