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protesi robotica

E’ stata realizzata in Italia la prima protesi hi tech, in grado di muovere le dita e afferrare oggetti con una efficienza pari al 90% di una mano naturale. La protesi non richiede l’utilizzo del bisturi ed è la più economica a disposizione per questa tipologia di prodotto.

“Posso piegare le dita con la forza voluta e cominciare a dimenticare di dover usare sempre la mano
sinistra”, spiega Marco Zambelli, paziente che nel 2015 aveva sperimentato il modello a tre dita.

E finalmente, con la sua nuova mano, Zambelli ha potuto stringere quella del ministro Poletti. Fornita di elettrodi, la mano si indossa come un guanto e può essere rivestita con pelle sintetica che simula il tessuto umano aumentando l’effetto estetico della protesi. La commercializzazione avrà inizio nel 2019, ci troviamo quindi di fronte a un grande successo tecnologico possibile grazie all’impegno di Inail e Iit e grazie a un grande investimento dedicato allo sviluppo di protesi artificiali.

Dopo oltre 10 anni di lavoro, il risultato: “è una dimostrazione di come la tecnologia possa aprire grandi opportunità a livello sociale”, spiega il presidente dell’Iit, Gabriele Galateri di Genola. Quella che fino a poco tempo fa sembrava semplice fantascienza, è oggi a una realtà concreta, e non solo, con i progressi tecnologici anche i prezzi stanno calando notevolmente, rendendo possibile quindi ridare una vita normale a persone con arti mutilati, grazie a prodotti che saranno più facili da acquistare con esborsi più tollerabili.

Tutto questo, a quanto pare, è stato possibile grazie a Icube, robot umanoide che si è trasformato in una vera e propria fucina per l’elaborazione e la programmazione di protesi tecnologiche.

Un successo tutto italiano quello dell’ultima mano robotica realizzata, e una prospettiva che dona speranza a tutti coloro che sognano di tornare a vivere una vita normale grazie ai progressi della robotica.

 

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