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Franny, film in uscita in Italia il 23 dicembre, racconta la storia di un filantropo milionario che non lavora e non ha mai lavorato, e trova nella beneficienza la sua unica ragione di vivere, difatti possiede un ospedale pediatrico in cui investe i suoi capitali. Quest’uomo, Franny, nasconde però un segreto che non ha mai rivelato e crea in lui un senso di colpa che deve costantemente alleviare con massicce dosi di morfina. Quando dopo tanti anni ritrova Olivia (Dakota Fanning), la figlia dei suoi più cari amici, morti nello stesso incidente stradale in cui lui è rimasto ferito, non riesce a fare a meno di aiutarla. Olivia è sposata e in procinto di diventare madre, così Franny per aiutarla, offre al marito Luke (Theo James), medico disoccupato, un ruolo importante all’interno dell’ospedale di sua proprietà, entrando così nella loro vita e diventando sempre più invadente. Molto presto però il passato di Franny emerge e lo travolge portando delle conseguenze inimmaginabili.

Questo il plot di Franny, presentato oggi a Roma e introdotto da una conferenza stampa, il cui mattatore è stato proprio Richard Gere, le cui prime parole in italiano sono state “totalmente casino”, al fine di definire il calore della gente in Italia.

La prima domanda che gli viene rivolta è sul perché, nei suoi ultimi film, Richard abbia scelto dei personaggi complicati come Franny e come il senzatetto che interpreta nel suo prossimo film in uscita, “Invisibili”. “Difficult is more funny”, risponde Gere, che continua spiegando che ogni personaggio è complicato da interpretare, e che in ognuno di questi cerca di scavare a fondo nella personalità e nella vita per interpretarli al meglio.

Un’altra domanda verte invece sulla questione politica, e in particolare sulle armi in America, che hanno recentemente portato a un nuovo massacro. Gere risponde che l’ennesimo caso di violenza nel paese con la più grande liberalizzazione delle armi sperava portasse a una sollevazione popolare contro di esse, invece questo non è accaduto e gli dispiace. Continua dicendo che bisognerebbe affrontare e scavare più a fondo nel problema per cercare le cause che portano questo spirito di vendetta.

Richard Gere alla presentazione di 'Franny': "Voglio lavorare con Bertolucci"

Gli viene chiesto poi quale delle varie sfaccettature del personaggio Franny sia stato più complicato da interpretare. E su cosa ha collaborato con il regista esordiente Andrew Renzi nel corso della realizzazione. Gere risponde dicendo che la sceneggiatura è stata modificata in corso d’opera e che ha collaborato con il regista durante tutte le riprese. Per quanto riguarda Franny, ha fatto attenzione a interpretare tutte le varie facce di questo personaggio, però non ha voluto insistere né sullo stalking né sulla dipendenza del personaggio, aggiungendo un humor black. L’altro elemento lasciato vago è quello della sessualità del personaggio, perché non rilevante ai fini della storia e non voleva diventasse un’etichetta.

Quando poi gli viene domandato se girerebbe mai film in Italia e con quale regista, Richard Gere risponde “why not” (perché no), aggiungendo tuttavia che per fare un film devono convergere tante ragioni e questo non è ancora avvenuto per un film italiano. Ammette però di voler lavorare in futuro con Bernardo Bertolucci.

Il suo personaggio ha dei sensi di colpa, gli viene domandato se nella vita reale ha mai provati. Sorridendo, risponde: “Chi di noi non ne hai mai provato uno?”.

Ci spostiamo sull’argomento religioso e viene chiesto a Richard se vedrebbe bene un incontro tra il Papa e il Dalai Lama e, in caso avvenisse, di cosa parlerebbero. Risponde che sono due delle persone più influenti al mondo e che ovviamente parlerebbero di come aiutare il pianeta per essere migliori e meno violenti e su come far cessare questa follia.

L’ultima domanda che gli viene posta prima della fine dell’incontro è se mai potesse essere interessato alla tv e quindi alle serie tv: “In realtà adoro proprio l’idea del grande schermo, della gente che decide di uscire e di recarsi in un luogo al buio a guardare un film“, racconta Gere. “Mi rendo però conto che la situazione sta cambiando e che, soprattutto in America, la TV è sempre più presente con i vari siti di streaming e live. Mi auguro però che il cinema non vada mai perduto del tutto.”

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