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Tra le personalità musicali fuoriuscite nelle ultime due annate da talent, c’è anche quella di Manuel Foresta. Aspirante architetto e (ormai) musicista di professione, il ragazzo di Salerno lanciato l’anno scorso da The Voice of Italy è ritornato in radio col nuovo singolo, Se fossi ancora, on air dal 6 giugno.

Manuel Foresta ha raccontato a Blog di Cultura, in un’intervista esclusiva, come nasce il suo nuovo lavoro e quanto sia stata importante l’esperienza del talent, vissuta – come lui stesso spiega – prendendo The Voice per quel che è: un gioco, in fondo.

Se fossi ancora qui è stato definito da te come l’incontro tra due culture: cosa puoi dirci di più in proposito?

Manuel: Le culture che si incontrano sono quelle musicali: la tradizione – il tango, il pianoforte, la fisarmonica – va a braccetto con l’approccio contemporaneo, rappresentato dal beat elettronico, che va a sdrammatizzare l’idea del tango e che al tempo stesso la reinventa. Ecco, se fossi ancora qui è l’emblema di questo tentativo del mix di due culture.

– Il nuovo album a che punto è?

Manuel: L’idea è quella di farlo uscire entro quest’anno, anche se è ancora difficile stabilire un periodo d’uscita. Il lavoro va avanti, stiamo ultimando la selezione delle tracce. Non manca molto in ogni caso.

– Che ricordi hai dell’esperienza di ‘The Voice’?

Manuel: Ripenso a quei giorni con grande piacere. Col senno di poi capisco di aver vissuto l’avventura con lo spirito giusto, prendendolo per quello che fondamentalmente rappresenta: un gioco.
Ho preso parte allo show senza saperne molto, visto che si trattava della prima edizione italiana: l’entusiasmo dell’esordio è quello che mi porto ancora oggi dietro. Ed è fondamentale, perché se viene meno l’entusiasmo è finita, si fa tutto meccanicamente.

– La musica prima e dopo il successo: nella tua concezione di musica, qualcosa è cambiato per te?

Manuel: La musica per me è sempre stata un canale di comunicazione importante. Da piccolo ero veramente timido e introverso e grazie all’amore per quest’arte mi sono dato una spinta per fuoriuscire dal guscio. Certo, è anche legata allo sfogo emotivo: senza un canale di comunicazione si rischia di implodere o esplodere. Nonostante la moltiplicazione degli impegni, la concezione della musica è rimasta sostanzialmente la stessa per me. Perché io sono rimasto lo stesso. Conservando quello che ero prima conservo l’atteggiamento verso la musica stessa.

– Delle polemiche che hanno accompagnato l’exploit di Suor Cristina che idea ti sei fatto?

Manuel: In realtà l’idea del personaggio Suor Cristina è azzeccatissima e in parte avrà influito sulla vittoria finale. È anche vero però che tutte le personalità artistiche che vincono un talent, o che comunque emergono, sono in qualche modo personaggi. Non cambia molto dunque se ci troviamo di fronte a quello del rocker o quello della suora che canta. Trovo comunque vincente l’idea, mi piace la semplicità con cui Cristina affronta la situazione. E poi non dimentichiamo che ha fatto parlare di noi a livello mondiale in chiave positiva: per questo merita il nostro rispetto.

– I tuoi modelli italiani e internazionali?

Manuel: Ho sempre cercato di assorbire tutto, come una spugna. Sin da ragazzino ho apprezzato il cantautorato, sono sempre stato un fan sfegatato di Carmen Consoli. Ho aggiunto anche vari gusti musicali, sempre a cavallo fra la tradizione e le hit contemporanee.

– C’è una canzone che hai interpreto che ti è rimasta nel cuore? E ne hai una preferita in assoluto?

Manuel: Tra le tante ce n’è una che mi ha segnato particolarmente: Donna, di Mia Martini, che ho avuto il piacere di cantare durante una manifestazione in onore di Mia. Sarà stato anche il contesto ma mi ha davvero segnato. Quelle preferite in assoluto, invece sono davvero troppe.

– Dove ti vedi fra un anno?

Manuel: Innanzitutto spero di vedermi laureato! Mi manca poco per laurearmi in architettura. E poi, in campo musicale, spero di continuare sulla stessa scia di ora, facendo cose che mi piacciono, con la gente giusta attorno. Però preferisco non immaginare e godermi le sorprese che il futuro riserverà.

Il ritorno di Manuel Foresta:

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