La rivolta a Napoli è scoppiata contro le misure Covid nella notte, perché il presidente della regione, De Luca, ha dichiarato di voler inasprire le misure. In realtà, già con le misure riguardanti le scuole e la loro chiusura, c’erano state proteste nella città. Con il coprifuoco però le manifestazioni si sono trasformate in agitazioni, iniziate prima con le giuste e pacifiche lamentele di bar e ristoratori, che chiedono incentivi e aiuti economici, altrimenti non riescono ad arrivare a fine mese, e poi però arrivate a diventare rivolte nella notte. Anche se c’è chi parla di camorra, sostenendo che le violenze sarebbero state causate da un intento criminale, in realtà in tanti sostengono che è la fame e la povertà a far scoppiare tutto ciò.
Rivolta a Napoli contro le misure Covid: cosa è successo
La rivolta a Napoli contro le misure Covid imposte da De Luca è stata violenta, anche perché nella notte centinaia di persone hanno invaso le strade, bruciando secchi, cassonetti e colpendo le auto della polizia, distruggendole. Nelle immagini che sono state registrate da chi era presente, si sente gridare chiaramente che la protesta continuerà, “Domani saremo di più” urla qualcuno e coloro che partecipano a questa rivolta, non sembrano proprio volersi fermare. Per ora alcuni cittadini napoletani prendono le distanze da chi ha distrutto strade, secchioni e auto della polizia, ma il problema è che questa rivoluzione non accenna a diminuire, fomentata dalla fame, dalle mancanze di aiuti economici e soprattutto da un governo che sembra non ascoltare queste richieste di aiuto.
Le altre città
Anche nelle altre città continuano ad esserci problemi, anche se per ora ci sono state manifestazioni meno violente rispetto a quelle di Napoli. Si sospettano però ulteriori scoppi di rivolte, anche nelle altre città, perché il problema delle famiglie costrette a chiudere per fallimento le loro attività, sta letteralmente divagando.