Diventata una icona del mondo dei videogiochi con la sua prima paladina sexy, Lara Croft, Tomb Raider ha vissuto un reboot, estremamente più maturo e non sessualizzato capace di raccontare la nascita dell’eroina nota dentro a fuori dal mondo dei videogiochi.
Dopo un primo episodio che pescava qua e là da altri giochi, proponendo comunque un’esperienza accattivante e piacevole, in particolare sotto il punto di vista dell’esplorazione, Lara era tornata con Rise of The Tomb Raider, titolo di grande impatto con un leggero calo nella seconda parte del gioco che non aveva esaltato i fan, contribuendo comunque a mostrare la crescita del personaggio.
Ecco però che con la conclusione della trilogia, Shadow of The Tombr Raider, Lara Croft torna in forma smagliante, convincendo finalmente critica e utenza e regalando uno dei titoli più belli dell’anno oltre che il picco massimo raggiunto dalla serie.
Shadow of the tomb raider si rivela infatti come un gioco dove ogni dettaglio è curato nel minimo particolare. Un titolo capace di offrire una narrativa solida e un’esplorazione definita da riviste come Spaziogames, come una delle più appaganti mai incontrare nella storia dei videogiochi. Il senso di esplorare luoghi abbandonati da migliaia di anni, il mistero e il brivido dell’avventura si mostrano con forza in questo ultimo titolo di una saga passata un po’ in sordina ma capace di offrire davvero tanto.
L’evoluzione di Lara è poi chiarissima, da ragazzina e ricca ereditiera, la Croft è oramai una avventuriera, pronta ad affrontare sfide, bestie feroci e terribili organizzazioni criminali alla ricerca di verità e segreti archeologici che potrebbero cambiare la storia del mondo.
Un titolo che convince sotto ogni punto di vista e uno dei probabili best seller dell’ormai non troppo lontano Natale 2018.
Shadow of The Tomb Raider si afferma così come il migliore episodio della saga della mitica Lara Croft, cosa non da poco in trent’anni di videogiochi.