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squadra antimafia

La quinta puntata di Squadra Antimafia, andata in onda mercoledì 7 ottobre, si apre con una scena del passato: una donna assiste impotente all’esplosione di un’automobile in cui muore il marito; la donna è Anna Cantalupo che è ancora vittima del dolore e degli incubi causati dalla morte del marito per mano del misterioso e pericolo Broker. Intanto le indagini realizzano che Spagnardi, dopo essersi tuffato da un ponte, è praticamente dispero; la notizia suscita la rabbia di Pietrangeli che vuole arrestarlo. Sciuto convince la compagna Carmela Ragno a parlare con il figlio Saro per denunciare le attività criminali della famiglia e dei cugini Ragno. Le sue dichiarazioni potrebbero portare in carcere molte persone e far voltare pagina alla città di Catania.

Le indagini della Duomo vanno avanti e i diversi questori parlano con la stampa dichiarando che molti sono i nomi di personaggi politici e della finanza coinvolti nell’operazione Crisalide. Intanto dopo aver avuto alcune informazioni da Anna, il suocero e un collega legato alla mafia russa iniziano a temere di essere scoperti: la decrittazione dell’archivio porterebbe a far risalire a movimenti bancari ed attività di copertura dei Maglio. I risultati della balistica dimostrano che il corrotto Barca e alcuni picciotti criminali dei Maglio sono stati ammazzati dalla stessa pistola: chi si cela dietro questi assassini? E quale sarà il motivo? Sandro chiede aiuto a Calcaterra ma Domenico continua ad avere i suoi vuoti di memoria: confonde gli avvenimenti del passato con quelli del presente.

Davide Tempofosco e Sciuto riescono ad effettuare un blitz in un deposito dei Maglio (luogo collegato al Broker) ma gli uomini che vi lavorano prima incendiano tutti gli archivi cartacei e poi tentano il suicidio. Ma l’operazione porta il vicequestore a scoprire una cassaforte che lo fa volare a Milano in un archivio contenente particolari ed importantissimi files sul conto di Crisalide e del Broker. Ma un vecchio deposito va in fiamme e si trovano documenti bruciati, cadaveri da identificare e una penna bruciata. Rachele Ragno fa il gioco duro e, insieme con i Corvo, sfida la commissione catanese per impossessarsi di tutta la città: la terribile mafiosa ha in mente un piano.

Le indagini dell’haker portano ad un conto, Pegasus, usato in passato dal Broker per passare conti e denaro ai soci milanesi. La Cantalupo sebbene ricordi sia di aver già sentito questo nome e di aver visto il volto di Ferrito, uno dei ragionieri del Broker che si trova in coma dopo essersi buttato da una trave per non farsi consegnare alla polizia, non riesce a collegare i fatti. L’informatica viene rapita da Rachele Ragno per avere informazioni sul broker. Intanto Calcaterra, che ha seguito Pietrangeli per cercare Rosy scappata dal convento, perde sangue dal naso e continua ad avere i vuoti di memoria. Il collega e amico Sandro lo trascina in ospedale per fare ulteriori accertamenti.

Tempofosco si accorge che è accaduto qualcosa di strano ad Anna e davanti la casa della donna trova la sua auto aperta. Rintracciati i video delle telecamere di sorveglianza del quartiere in cui abita la Cantalupo, la Duomo scopre che l’informatica è stata rapita dai Corvo. Rachele la minaccia e la tortura. La donna non conosce l’identità del broker ma sotto minaccia collega alcuni fatti e propone un accordo a Rachele: provare ad entrare nell’archivio di crisalide e rintracciare il broker in cambio della sua vita.

La Duomo dichiara l’allarme sul rapimento della dottoressa e riescono a localizzarne la posizione, in un vecchio deposito abbandonato, perché Anna si è inserita da un collegamento esterno per infiltrarsi nell’archivio. La Duomo arriva, ammazza i Corvo e salva Anna. Sandro e Caputo non riescono a catturare Rachele perché viene salvata da De Silva: a quanto pare l’ex agente dei servizi segreti compare sempre all’ultimo.

L’odiato De Silva propone un accordo a Rachele: l’accordo che i Maglio avevano con il Broker. La mafiosa, perduto il clan e caduta in disgrazia, deve proporre l’accordo a Don Alfio Corvo. Portata al sicuro da Tempofosco, Anna ricollega tutti i fatti: Pegasus è il nome della barca di famiglia e il ragioniere Ferrito frequentava spesso la casa del marito; sa chi è il Broker e non può credere a quello che ha scoperto. Il suocero di Anna torna a casa per sistemare delle cose prendere il passaporto, mentre Davide grazie all’indizio della penna, che aveva visto nelle mani dell’uomo, ricollega i fatti e dirama un mandato di fermo per Goffredo Collina. L’uomo è il Broker, colui che è responsabile della morte del figlio, il marito di Anna.

L’informatica non trova il suocero Goffredo e disperata capisce di essere stata presa in giro e tradita per tutti questi anni: l’assassino del marito è il suocero, l’uomo che ha considerato come un padre. Dolore e delirio si alternano e la donna afferra una pistola per ammazzare l’assassino del marito. Tempofosco e la squadra antimafia scoprono dove sia diretto Goffredo Collina e si precipitano alla stazione di Catania per fermare l’uomo ma non lo trovano. La Cantalupo raggiunge Goffredo e lo affronta: l’uomo gli racconta la verità. Il suo socio quattro anni prima lo aveva costretto a scegliere tra la vita del figlio e quella della nuora, entrambi erano arrivati alla verità circa i loro affari e qualcuno doveva morire. Goffredo voleva sacrificare Anna ma nell’esplosione della macchina a morire fu il figlio Flavio.

Collina punta una pistola contro l’informatica ed istintivamente la donna reagisce sparando: il broker muore e Anna ha fatto giustizia per la morte del marito. La puntata termina con Calcaterra che, assuefatto dagli antidolorifici e dai ricordi che riguardano Claudia Mares, in ospedale decide di fare giustizia: ammazza il ragioniere Ferrito, complice dei Maglio, perché l’uomo al suo risveglio potrebbe avere una riduzione della pena. Calcaterra si è trasformato in un giustiziere.

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