La marcia imperiale verso i cinema si è conclusa. Star Wars – Il risveglio della forza è finalmente nelle sale e oggi non ci resta che provare a conoscere meglio i nuovi protagonisti di questo settimo attesissimo (forse anche troppo) episodio.
Fra i personaggi che più hanno dato adito a congetture spicca Kylo Ren, il villain che fin dal trailer abbiamo visto brandire una controversa spada laser incrociata. Una spada laser rossa che immediatamente ha fatto correre il pensiero ai leggendari e malvagi Sith Darth Vader e Darth Maul, sebbene J.J. Abrams abbia subito affermato che Kylo Ren non è un Sith ma un seguace del leader supremo Snoke, un potente adepto del Lato Oscuro della Forza.
Ma dietro la maschera di Kylo Ren (che per stessa ammissione del regista vuole essere un riferimento a quella di Darth Vader) chi si nasconde? Un volto semisconosciuto, almeno in Italia.
Adam Driver nasce a San Diego (California) il 19 novembre 1983, ma dopo la separazione dei genitori a 7 anni si trasferisce con la madre Nancy a Mishawaka, in Indiana. Qui, data la professione del patrigno, pastore battista, cresce in un ambiente molto religioso e inizia a sviluppare interesse per il teatro proprio grazie alla Chiesa, cantando per il coro. La sua passione per il teatro si fa sempre più forte e inizia a recitare in diversi spettacoli scolastici.
Nel 2001, pochi mesi dopo gli attentati dell’11 settembre, Driver decide di arruolarsi nel corpo dei Marines, dove serve come volontario per due anni e mezzo. Due mesi prima di essere inviato in Iraq, subisce vari infortuni e viene quindi congedato dall’esercito per ragioni mediche. Tornato a vestire gli abiti civili frequenta per un anno l’università di Indianapolis fin quando viene ammesso al corso di arte drammatica della Juilliard School di New York. Nonostante abbia intrapreso un’altra strada, il legame con l’esercito rimane però vivo nel cuore di Adam, che attualmente gestisce un’organizzazione no-profit “Arte nelle Forze Armate”, che si impegna ad organizzare spettacoli per il personale militare.
Nel 2009 Driver si laurea alla Juilliard e inizia a recitare a New York apparendo in spettacoli sia a Broadway che off-Broadway, fra questi ricordiamo nel 2010 “Angels in America – Fantasia gay su temi nazionali“, opera scritta tra 1992 e 1995 da Tony Kushner in cui Driver Interpreta Louis Ironson, giovane incapace di affrontare la malattia del compagno sieropositivo.
Nel 2011 esordisce nel mondo del cinema prendendo parte a “J. Edgar” di Clint Eastwood, nel 2012 recita in “Lincoln” di Steven Spielberg e nel 2013 in “A proposito di Davis” dei fratelli Coen. In una serie di ruoli secondari, salta però all’occhio un premio prestigioso: il 6 settembre 2014 gli viene assegnata la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per il film “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, in concorso alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nello stesso anno recita in “What If“, al fianco di Daniel Radcliffe.
Ma in America Driver è soprattutto conosciuto per la sua partecipazione alla serie comedy-drama di HBO “Girls“: per aver vestito i panni di Adam Sackler, attore emotivamente instabile, Adam Driver ha ricevuto ben tre nominations consecutive agli Emmy Awards.
Aspettando che con “Il risveglio della forza” arrivi la sua consacrazione al mondo del cinema, Driver non si ferma: nel 2016 vedremo il suo particolare viso in “Midnight Special” di Jeff Nichols e in “Silence” di Martin Scorsese.