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A primo impatto Star Wars – Il risveglio della forza lascia tutti soddisfatti, ci fa uscire dalla sala contenti, il cuore pieno della magia di aver ritrovato un amico che è stato lontano per troppo tempo. Poi arrivati a casa, a mente fredda si inizia ad avvertire in bocca un retrogusto amaro, la sensazione di essere stati vagamente gabbati. Si prende coscienza di una verità semplice e insieme sconvolgente: J.J. Abrams ha giocato sporco, ha voluto vincere facile.

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All’improvviso le parole che George Lucas ha pronunciato qualche giorno fa diventano provvidenziali: Abrams ci ha dato quello che noi fan desideravamo, o meglio, ci ha dato quello che noi fan avevamo già avuto e amato. L’episodio VII è qualcosa di molto, troppo vicino all’episodio IV. E quindi ci si rende conto che Il ritorno della Forza piace e piacerà molto, e probabilmente si candida a battere tutti i record possibili e immaginabili semplicemente perché ciò che è piaciuto una volta piace anche la seconda, e la terza e la quarta. Tranne a chi ha quel minimo di onestà intellettuale necessario ad apprezzare il plusvalore dell’originalità.

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Star Wars VII è un film già visto, sicuramente bello, di intrattenimento, emozionante ma scontato. È sì quell’amico che non vedevamo da tempo, ma che appunto già conoscevamo, a cui vogliamo bene, cui tributiamo il nostro affetto, ma che in seconda battuta ci fa pensare “non è giunto il momento di iniziare a conoscere anche altra gente?“.

Insomma, J.J. Abrams ha cucito addosso a Star Wars VII un abito di schemi consolidati, limitandosi a un abile lavoro di restyling: il padre in lotta col passato e col figlio che incarna quel passato diventa il figlio in lotta con il padre, i rapporti di parentela “nascosti” o presunti tali sono ancora il fulcro imprescindibile della trama (ma bisogna rassegnarsi al fatto che la sconvolgevolezza di “Luke sono tuo padre” non avrà più da venire), il buono che vuole fare il cattivo e il cattivo che lotta per non diventare buono (davvero non vi aspettavate lo slancio di “pietas filiale” di Kylo Ren?), l’impero che cambia nome, ricolpisce ancora e di “primo” non ha proprio niente.

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Certo, è una saga, le logiche rientrano in una “sovrastruttura”. Sì è vero, non ci si aspettava uno stravolgimento totale, non lo si poteva pretendere anche perché questo amico lo volevamo proprio ritrovare e siamo davvero contenti di averlo ritrovato. Ma la sensazione di essere stati circuiti, di essere stati presi all’amo approfittando dei nostri “sentimenti” nei confronti della saga, non sarà facile togliersela di dosso.

Lucas ci ha fatto innamorare, Abrams è stato abile a rievocare il fantasma di quell’amore, non ha fatto nascere una nuova fiamma. Un minimo di inventiva in più non avrebbe guastato, zio George ha costruito un mondo, chi prenderà il posto di Abrams riuscirà a creare un satellite integrato? Potrebbe almeno provarci. Che la Forza sia con lui.

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