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Con la fine degli anni Ottanta nacque un genere che per più di un decennio portò grande successo ai network americani (e di conseguenza anche ottimi ascolti in Italia). Si tratta del teen drama, ovvero il dramma adolescenziale, genere che per molti versi si avvicina alla soap opera ma che, avendo protagonisti i giovani, avvicinò quello stesso target alla televisione.

Nel 1987, per la prima volta dai tempi paternalistici e buonisti di “Happy Days”, gli adolescenti erano protagonisti in “Degrassi High”; il vero successo del genere però è arrivato solamente con l’idea geniale di Aaron Spelling, il produttore di “Beverly Hills, 90210”. La California, due gemelli del Minnesota che si trasferiscono tra i ricchi della costa: per la prima volta si affrontano temi importanti come l’alcool, la droga, il sesso e i problemi con i genitori ma si approfondiscono realisticamente anche l’amore, l’amicizia e le difficoltà di un’età che non ha eguali.

Dieci stagioni e ben 296 episodi dal 1990 al 2000 per il teen drama della Fox che solo nel 1998 vide il suo primo reale concorrente, “Dawson’s Creek”, il prodotto della The WB prodotto da Kevin Williamson. Si tratta del contraltare di Beverly Hills, essendo ambientato tra ragazzi comuni in una cittadina di provincia. Proprio per questo motivo però entrerà nel cuore di migliaia di adolescenti.

Ai due grandi capostipiti del genere, seguiranno altrettanti eredi: da una parte “The OC” che continua l’idea di raccontare le storie di ricchi e potenti, questa volta a Newport Beach, mentre dall’altra “One Tree Hill”, la storia di due fratelli ambientata nella stessa cittadina immaginaria di Dawson & Co. Entrambi i prodotti partono alla grande e segnano gli anni Duemila ma come meteore si spengono in fretta; The OC chiude solo quattro stagioni dopo con meno della metà degli ascolti iniziali mentre i fratelli Scott, dopo quattro stagioni e un salto temporale quattro anni dopo, smettono di essere adolescenti raccontano il mondo degli adulti.

Il panorama che si è creato tutto attorno a questi “grandi” è fatto di sottogeneri (Buffy, Roswell, Smallville, Veronica Mars), alcuni di estremo successo e che hanno creato un filone a sé (vedi Buffy e tutto il genere vampiresco di questi anni) mentre altri sono durati semplicemente qualche stagione senza lasciare traccia.

Oggi il genere, se si esclude il successo di “Glee” e di “The Vampire Diaries”, che comunque fanno parte di sottogeneri (il primo musical e il secondo fantasy) non esistono teen drama puri e di grande successo che hanno le carte in regola per segnare un’epoca e rimanere divenire dei “classici”. Il dramma adolescenziale è diventato semplicemente una soap giovanile che racconta continuamente di amori, conflitti e vendette e non è più in grado invece di descrivere un’epoca, con pregi e difetti, cercando di insegnare qualcosa, proprio come facevano i primi di questo splendido genere. Conferma ne sono lo scarso successo e la brevità di prodotti come il remake di Beverly Hills o di Gossip Girl.

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