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Se dovessi racconatare The Lobster partendo solo dalle reazioni del pubblico in sala queste sarebbero le basi in mio possesso. Le ragazze sedute alla mia destra ridevano imbarazzate ogni qualvolta la narrazione si faceva comica, a tratti ridicola. La coppia seduta alla mia sinistra era composta da padre e figlia; il primo rimproverava la seconda: “Ma che film mi stai facendo vedere?” Le signore sedute davanti, invece, sinceramente concentrate, hanno rimproverato le ragazze per il chiasso: “Non riusciamo a seguire nulla!

The Lobster è ambientato in un futuro non meglio precisato in cui rimanere soli non è acettato. Seguendo la vicenda del protagonista David, interpretato da Colin Farrell, vengono presentate, passo per passo, le dinamiche che regolano un mondo in cui una persona sola, cioè senza partner, non viene contemplata. I soli, i single, vengono spediti in un hotel in cui vivranno per alcune settimane nel tentativo di trovare un partner. Allo scadere dei giorni, nel caso in cui non dovessero essere riusciti nell’intento, verranno trasformati in un animale da loro scelto. David, da qui il titolo, sceglie un’aragosta, poiché è un animale longevo, fertile per tutta la durata della vita e che vive in mare, ambiente che al protagonista piace moltissimo.

Il mondo distopico in cui la vicenda è ambientata è diviso in tre: la città, in cui vivono le coppie, il bosco in cui vivono, o meglio sopravvivono, i soli, e l’hotel. Dobbiamo omettere molti particolari significativi per non rovinare la visione del film, ma ciò non ci impedisce di descriverne la struttura. Il film è diviso in due atti. Sia nel primo che nel secondo il protagonista si trova a vivere in una situazione di profonda e tragica costrizione. I due atti non sono altro che le tappe della vita di un uomo che contengono rispettivamente due diverse relazioni con due donne: la prima artificiosa e meccanica, la seconda sincera ma ugualmente drammatica.

The Lobster

Il contesto non è assolutamente realistico, tuttavia spinge lo spettatore a interrogarsi riguardo alla personale e intima relazione che ha con l’amore e, più in generale, riguardo alle differenti concezioni che oggi si hanno di questo sentimento e che coesistono con la stessa forza nel nostro mondo. Due esempi: il terrore di rimanere solo, e non il bisogno di amore, spinge uno dei personaggi a procurarsi del male fisico pur di convincere una donna a scegliere lui come sua anima gemella; mentre coloro che scelgono di restare soli si impongono regole e strategie da rispettare per evitare di inciampare in quelle debolezze tipicamente umane, giungendo a odiare qualunque manifestazione di affetto e di condivisione.

Il film oscilla tra l’assurdità e la verosimiglianza; il cuore del cinema di Lanthimos, il regista, sta proprio nello stravolgere l’abituale susseguirsi degli eventi, costringendo i protagonisti a scelte inusuali, inaspettate, sconvolgenti e drammatiche. Se da una parte è presente il rischio di sorpassare la barriera del ridicolo, dall’altra non è possibile uscire senza aver costruito un accenno di considerazione individuale riguardo alla differenza tra il mondo raccontato e il nostro.

The Lobster

The Lobster non è un film consigliabile a tutti. Le scene di violenza non mancano e per chi ha una sensibilità accentuata è difficile non coprirsi gli occhi durante alcune di queste. Io, per esempio, l’ho fatto. Ma al contrario di quanto avviene con altri film, che fanno venir voglia di cambiare canale o di uscire dalla sala, con The Lobster si continua a stare seduti per scoprire cosa accadrà nella scena successiva, con quale altra scomoda, ma curiosa assurdità dovrà fare i conti il protagonista.

Un’ultima battuta volta a giustificare tutti questi giri di parole: provate a pensare un mondo in cui vi passeggiano accanto animali che non c’entrano nulla con l’ambiente a voi circostante, come un cammello in bosco umido, il cui terreno è ricoperto di foglie cadute dagli alberi. Difficilissimo da immaginare. Un’insensatezza a cui, durante il film, non ci si fa neppure caso, tanto sono numerose e forti le stranezze. Ah, e quel cammello potrebbe essere il vostro vicino di casa che il mese scorso è stato lasciato dalla fidanzata.

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