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the split

Split, il nuovo film Shyamalan, è entrato nelle sale italiane da un po’ ormai, precisamente il 26 gennaio, ma scopriamo tutto quello che c’è da sapere sul nuovo film del regista indiano che sta facendo molto parlare la critica.

Shyamalan è uno sceneggiatore, regista e produttore, molto conosciuto per il film “Il sesto senso”, del 1999, e “The visit”, del 2015, molto apprezzati dal pubblico. Ma non sono mancate pellicole che sono state definite addirittura ridicole, come “Signs”(2002), “E venne il giorno” (2008), o “L’ultimo dominatore dell’aria” (2010).

Con “Split” invece, Shyamalan torna a riempire le sale e ad essere apprezzato dal pubblico e dalla critica. Ma se una buona parte ha giudicato bene l’ultimo esperimento del regista, soprattutto per l’ottima interpretazione del protagonista James McAvoy e per il colpo di scena finale, c’è anche una minima parte che è rimasta delusa da quello che è successo dopo la prima metà del film.

Questo perché a un certo punto tutta la trama perde di credibilità, soprattutto dal punto di vista scientifico e umano. Accade qualcosa che non potrebbe essere possibile nella realtà, un enigma al quale non c’è risposta. E a qualcuno questo piccolo dettaglio (che poi tanto piccolo non è) non è andato giù.

Per chi non sapesse ancora di cosa parla il film, ecco la trama: è un thriller/horror che gioca su angoscia, suspance e colpi di scena. Parla di un uomo, Kevin, nel quale convivono ventitré personalità distinte, e una ventiquattresima sta per emergere: la Bestia.

La sua psicologa, la dottoressa Fletcher (Betty Buckley), è a conoscenza delle 23 personalità, ma capisce troppo tardi che quella nuova sta per emergere e dominare tutte le altre. Il protagonista rapisce tre ragazze adolescenti e le rinchiude in uno stanzino, tra queste c’è Casey (Anya Taylor-Joy, la protagonista di The Witch) che è la più sveglia, attenta ed ostinata.

Split è stato criticato sia da alcuni giornali che da alcune associazioni che si occupano di disturbi della personalità. L’associazione australiana SANE ha detto che “film come questo rinforzano un falso stereotipo sul fatto che le persone con questa complessa malattia mentale siano per forza violente e pericolose.” Charles Bramesco invece ha scritto che “Split è l’ennesimo film che non riesce a cogliere perché la malattia mentale è così terrificante.”

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