Tiziano Terzani ha viaggiato in tutta l’Asia e ha tratto dalle sue esperienze giornalistiche profonde riflessioni sull’essere umano tali da ricercare la verità nel cuore dell’uomo piuttosto che in tesi precostituite. Ma quando si ebbe una svolta nella produzione di Terzani con un maggiore interesse alla spiritualità che andasse oltre al crudo racconto dei fatti? Forse i diari e gli appunti in uscita, redatti dalla moglie con il titolo “Un’idea di destino” saranno preziosi. Il racconto comincia a partire dall’84, anno in cui Terzani era stato allontanato dalla Cina, dopo alcuni mesi di rieducazione a causa dei suoi scritti sul regime comunista di Pechino. L’anno successivo avrebbe pubblicato infatti il saggio che riproponeva articoli scritti da Tiziano Terzani su quegli anni: La porta proibita, un libro profetico sul futuro autoritario della Cina che ben poco aveva a spartire con la promessa rivoluzione maoista.
Negli anni successivi Tiziano Terzani continuerà a girare l’Asia (ma anche la Russia, all’indomani della caduta del comunismo), approfondendo sempre di più il legame che esiste in Asia (e in particolare modo in India) tra spiritualità e realtà quotidiana. I diari, mostrando un punto di vista privato, consentono di comprendere la maturazione del suo pensiero. La condanna delle dittature dell’Asia diventerà un Leit motiv della produzione di quegli anni, avendo per di più il coraggio di ammettere che aveva fatto enormi errori di valutazione su di esse. In tal senso bisogna ricordare la post-fazione scritta anni dopo “Pelle di leopardo” per spiegare come non fosse prevedibile che alla guerra di liberazione dei vietcong seguissero ancora violenze, ma soprattutto l’articolo “Pol Pot non mi piaci più” sugli eccidi dei Khmer Rossi.
Infine, negli ultimi anni la malattia lo portò a viaggiare ancora mettendo a confronto il modo di affrontare la morte in Oriente e Occidente.
Qui una delle ultime interviste di Tiziano Terzani che racconta alcuni episodi salienti della sua vita.