Una media di 232 mila spettatori ha accompagnato lo scorso 3 ottobre l’esordio italiano – in due puntate – di True Detective, andato in onda su Sky Atlantic HD, un risultato che si colloca oltre il 10% del target commerciale della rete.
Su Twitter, l’hashtag #TrueDetective si è inserito tra i topic trend, accompagnato dalle massime regalate alla platea italiana da Rust Cohle, il personaggio interpretato da Matthew McConaughey. Proprio con una scoperta da parte di Rust – il disegno della donna con le corna di cervo sulle pareti della chiesa in rovina – si chiudeva il secondo episodio della serie.
III episodio – La stanza sbarrata
Il terzo episodio di True Detective si apre con gli investigatori Cohle e Hart (Woody Harrrelson) che assistono ad una funzione del reverendo evangelico Joel Theriot (Shea Whigham), da cui scoprono che la vittima su cui stanno indagando, Dora Lange, era spesso stata vista in compagnia di un uomo alto con delle cicatrici sul volto. Mentre si mettono alla ricerca di questo nuovo elemento, i due subiscono pressioni da parte del dipartimento, minacciato dal sindaco di affidarsi ad una task force esterna.
Nel frattempo, Marty è in crisi: mentre cerca di riavvicinarsi alla moglie, Maggie, nonostante questa sia affascinata da Rust, Hart è colto da un raptus di gelosia quando aggredisce un uomo che trova a casa della giovane amante, Lisa. La vendetta della ragazza sarà terribile: racconterà a Maggie della loro storia, causando l’allontanamento della donna dal marito.
Mentre Cohle esamina dei fascicoli relativi a degli omicidi passati, cercando qualche elemento in comune col caso di Dora Lange, scopre quello di Rianne Olivier, che con l’omicidio di Dora condivide più di un dettaglio. In effetti, parlando col nonno di Rianne, Hart e Cohle scoprono che sia la ragazza faceva parte della Light of Way Academy, un istituto religioso retto dal reverendo Tuttle. I due arrivano alla conclusione che l’ex ragazzo di Rianne, Reggie Ledoux era stato compagno di cella (poi evaso) dell’ex marito di Dora, Charlie Lange.
L’episodio si chiude con le parole di Rust, durante l’interrogatorio del 2012: “C’è sempre un mostro alla fine“. Mentre sullo sfondo di una campagna desolata, un uomo che indossa solo un paio di mutande e una maschera anti-gas, impugna un machete.
IV episodio – Cani sciolti
Tornando nel 1995, Hart e Cohle interrogano Charlie Lange per di reperire informazioni a proposito di Ledoux: l’uomo introduce nella storia un altro personaggio, Tyron Weem. Inoltre, Lange riferisce di come Ledoux gli abbia fatto cenno in passato dell’esistenza di un gruppo di uomini ricchi uniti al fine di stabilire un ‘dominio del male‘, coinvolgendo anche donne e bambini in rituali sacrificali.
Prosegue intanto la ricerca del sospettato numero uno, Reggie Ledoux: Hart scopre che l’uomo produce adesso droga per conto della biker gang Iron Crusaders, con cui Cohle aveva collaborato in passato per una missione in incognito sotto copertura. Rust, dando come pretesto un’assenza per malattia, sceglie quindi di avvicinarsi nuovamente alla gang, fingendo di voler proporre un affare con un presunto gruppo criminale messicano con cui avrebbe a che fare. Il suo contatto interno, Ginger, accetterà però di parlare dell’affare (in modo che Rust possa avvicinarsi a Ledoux) se quella sera stessa l’agente infiltrato lo aiuterà ad assaltare una casa in cui è tenuta nascosta una partita di droga.
L’azione però non va per il meglio e davanti all’abitazione si scatena un conflitto a fuoco: in una spettacolare tutta girata su piano-sequenza, con le sirene della polizia che si avvicinano, Cohle riesce a immobilizzare Ginger, riuscendo a portare con sè, all’interno dell’auto del sopraggiunto Hart, l’uomo che dovrà fornirgli le informazioni che desidera.
Appuntamento al 17 ottobre con i prossimi due episodi di True Detective, sempre su Sky Atlantic HD.