Il 5 Luglio la libertà di espressione sulla rete, capace di cambiare il mondo che oggi viviamo e di determinare la nascita di movimenti e tendenze assolutamente impossibili senza questa incredibile risorsa, potrebbe finire improvvisamente.
Il parlamento europeo sta infatti per vagliare una regolamentazione, ufficialmente a tutela del copyright, ma per molti utenti semplicemente a tutela di grossi poteri finanziari e della Stampa “ufficiale” che soffre delle nuove forme di informazione, una legge che potrebbe distruggere buona parte dei contenuti web forzando a pagare tasse di copyright anche per singoli fotogrammi presi da film, videogiochi e così via, spezzando le gambe a blogger e piccole realtà che magari si limitano a recensire titoli o a parlare di argomenti svariati con il supporto di meme, screenshot e così via.
Ecco che ad opporsi a questa deriva semi-autoritaria ci pensano però i colossi del web, realtà come Google si sono già mosse (per interessi economici, siamo chiari), entra però in campo anche Wikipedia, servizio senza fini di lucro che dagli albori del web permette alla cultura e al sapere di diffondersi liberamente e che si sente minacciato da una regolamentazione che sembra appartenere a un’altra era e a un’altro tempo. Ed è così che da oggi, anche gli europarlamentari che cercheranno informazioni sulle celebri pagine dell’enciclopedia virtuale la troveranno chiusa.
Wikipedia è infatti chiusa da ieri per protestare contro una folle normativa che nessuno vuole davvero tranne pochi sparuti poteri che temono di perdere il loro futile predominio fatto di finanziamenti statali e notizie di dubbio gusto, sono infatti i giornali che da anni soffrono l’arrivo del web coloro che con più forza sostengono questa regolamentazione. Per il bene di pochi, la rete dovrebbe quindi perdere buona parte del suo valore e delle sue possibilità, trasformandosi sempre di più in un sistema settario, strutturato ad hoc, e su binari precisi dove ci ritroveremo costretti a muoverci.
La legge verrà discussa il 5 luglio, nel frattempo recandovi su Wikipedia vi verrà spigato come, se lo desiderate, comunicare il vostro dissenso telefonando direttamente al parlamento europeo.