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Cuori infranti, lacrime e qualche reazione esagerata. Sono giorni di “lutto” per le fan dei One Direction ancora incredule per l’abbandono di Zayn Malik, che di punto in bianco ha lasciato quella che ad oggi è la band più popolare al mondo. In un comunicato ufficiale diffuso via facebook Zayn spiegava di voler lasciare questa carriera per poter vivere una vita da normale ventiduenne in pace e lontano dai riflettori. Intenzione confermata anche a distanza di qualche giorno, in un’intervista esclusiva concessa al “The Sun”, in cui dice: “Sento di avere deluso i fan, ma non posso più fare questa roba. E’ folle, insensato e un po’ irragionevole ma allo stesso tempo non mi sono mai sentito così padrone della mia vita come ora. E sento che sto facendo la cosa giusta per me e per i ragazzi.”

Ma se questo è il motivo ufficiale dell’addio, nelle ultime ore circolano rumors che svelano una realtà ancora più amara da mandare giù per le fan dei One Direction. Il sito Radar online riporta che Malik non avrebbe deciso volontariamente di lasciare la band, ma che invece sia stato licenziato a causa di problemi seri di abuso di alcol e droga. Fonti vicine al gruppo infatti sosterrebbero che al ragazzo sia stato dato un ultimatum: o entrare in rehab, o lasciare la band. Voci di questo genere circolavano già da qualche tempo, ma sono diventati più insistenti quando la settimana scorsa il management dei One Direction aveva annunciato il ritorno di Malik a Londra dal tour mondiale della band per il troppo stress. All’epoca, Radar online aveva interpellato una fonte vicina alla band anglo-irlandese. che aveva rivelato che la precauzione si era resa necessaria perché Zayn non era in perfette condizioni.

Che la storia sia vera o meno, lo show andrà comunque avanti con Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan e Liam Payne, i quali hanno rassicurato i fan che rispetteranno le date già fissate del tour e di essere anche pronti a registrare il loro quinto album. Ci auguriamo che sia vero, ma la dinamica dell’allontanamento di Zayn Malik ci riporta alla mente un altro abbandono eccellente, quello di Robbie Williams dei Take That, circostanza che allora segnò la fine (momentanea) della band.

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